Le migliori serie tv del 2018

E’ venuto quel momento dell’anno…

quello in cui si tirano le somme del mondo delle serie tv e si fanno le listone. Il web ne è pieno e senz’altro ce ne saranno molte e molto più autorevoli di questa.

Però se cercate un punto di vista un po’ originale e puramente basato sul gusto di chi scrive e magari sperate di scoprire una qualche gemma nascosta che vi era sfuggita, questo è il post(o) per voi. Quindi qui non ritroverete le varie Better Call Saul, This is us, Disenchantment etc. che popolano tutti i post natalizi, ma una scelta un po’ più particolare e personale.

Le serie 10 serie tv che abbiamo selezionato sono a parere nostro tutte ottime e l’ordine è puramente  numerico e non rappresenta una classifica:

The Little Drummer Girl (Florence Pugh)

The Little Drummer Girl (BBC One)

Da un capolavoro del più grande scrittori di libri di spionaggio, John Le Carré, una miniserie in 6 puntate  diretta dal regista cult coreano ParK Chan-Wook (Old Boy, Lady Vengeance). Europa fine anni ’70,  Charmian Ross è un’attrice del giro dei piccoli teatri, avendo simpatie radicali pro-palestina e una rabbia profonda inespressa, viene contattata da un gruppo del controspionaggio israeliano per infiltrarsi come ex amante del fratello di un elusivo e mitico capo della resistenza palestinese. Gadi Becker sarà il suo istruttore e il gioco della finzione si mischierà alla realtà lasciando gli attori di questa vicenda confusi e incerti sulla propria identità e le proprie lealtà. Un capolavoro di ambiguità impreziosito dall’ottima regia di ParK Chan-Wook che riesce a fondere il suo gusto cromatico senza mai tradire l’estetica da guerra fredda dei classici dello spionaggio. Un gruppo d’attori tra cui il solito e solido Alexander Skarsgård, il come sempre eccezionale Michael Shannon e un’ottima Florence Pugh, che avevamo già apprezzato in Lady Macbeth.

Seven Seconds

Seven Seconds (Netflix)

Veena Sud (The Killing, Cold Case) ci regala una versione moderna di delitto e castigo. Un poliziotto investe per sbaglio un ragazzino in bici e lo uccide, i  colleghi della sua squadra arrivano sul posto e decidono di insabbiare tutto. Questo è solo l’inizio di una discesa nel Maelstrom che porterà allo sfaldamento di relazioni, amori e amicizie e ad eventi tragici e drammatici inevitabili in una serie di dieci puntate che potremmo definire dramma procedurale. Regina King si è presa un Grammy per la sua interpretazione della madre del ragazzo morto. Seven Seconds è forse un po’ lento ma vale assolutamente la pena.

Hill House (Netflix)

Fare una serie da questo classico dell’horror (L’incubo di Hill House in inglese The Haunting of Hill House di Shirley Collins del 1959) era piuttosto difficile.  Il materiale di partenza è molto elusivo, il libro è una serie di suggestioni e incubi tutti psicologici alla Edgar Allan Poe o H. P. Lovecraft dove succede assai poco, eppure Mike Flanagan, che ha scritto e diretto la serie, riesce a inserire una trama interessante in cui la casa infestata dagli spettri diventa protagonista. La storia di Hill House è la storia di una famiglia che si reca in una imponente quanto misteriosa casa, qualcosa di terribile accadrà e i familiari superstiti pagheranno per il resto della vita: personalità distrutte, rapporti disfunzionali e nevrosi porteranno tutti sull’orlo del baratro… ma qualcosa cambia all’improvviso, la casa li reclama… La serie, pur essendo un dramma familiare, riesce sempre a mantenere l’atmosfera gotica e inquietante che si addice ad un film di fantasmi, ci sono anche un paio di jump scare niente male.  La presenza di Timothy Hutton è la testimonianza che non sempre ripescare il vecchio attore famoso e dimenticato funziona.

Atlanta (FX)

arrivata alla seconda stagione, questa serie ideata e recitata da Donald Glover (Spiderman: Homecoming, Solo: A Star Wars Story) è un animale raro e prezioso: un po’ drammatica, un po’ commedia, un po’ serie musicale. Earn, il protagonista, lascia Princeton per ragioni mai spiegate, non avendo soldi o un lavoro (era entrato a Princeton grazie ai suoi ottimi risultati scolastici ma proviene da una famiglia piuttosto modesta) decide di offrirsi come manager del cugino, un rapper che si fa chiamare “Paper Boy” e che sta riscuotendo sempre più successo. La vita non è facile, inoltre Earn ha una figlia da mantenere, ma giorno dopo giorno cerca di farsi valere in uno show business che rimane sempre ancorato a visioni razziste e stereotipate. La forza di Atlanta , oltre alla costruzione di personaggi memorabili, viene dalla capacità di scrittura eccezionale di Glover,  la sceneggiatura di alcune puntate della seconda stagione raggiunge livelli altissimi (FUBU e Woods sono veramente ammirevoli) e i personaggi man mano che vanno avanti acquistano sempre più spessore e colore. La sequenza surreale nella “frat house” vale tutta una serie:

Cobra Kai (YouTube)

Si può tornare dopo 34 anni e toccare un film di culto come Karate Kid senza sfigurare? Assolutamente sì.
Daniel è ormai un uomo di successo, vende macchine e negli spot fa ancora pesare la sua gloria passata. Johnny Lawrence, il cattivo biondo rappresentante del dojo Cobra Kai che Daniel ha sconfitto con la famosissima mossa della gru, è un fallito che beve, ha perso la famiglia e non riesce a tenere un lavoro per più di sei mesi. L’incontro fortuito tra i due riaccende una scintilla, dopo tutto sia Daniel che Johnny vivono in un passato nostalgico e glorioso. Ma il rifondare il dojo Cobra Kai per Johnny sarà un’occasione di riscatto umano e sportivo in una sfida che stavolta si presenta quasi a parti invertite. Twist nel finale di stagione che ci ha lasciati impazienti di vedere la seconda. Divertente, commovente, convincente: Strike first, Strike hard, NO MERCY!

Sharp Objects

Sharp Objects (HBO)

Una miniserie in 8 puntate che è un thriller scuro e inquietante permeato da atmosfere che un tempo si sarebbero chiamate da “gotico sudista” alla William Faulkner. Camille Preaker, interpretata da una grande Amy Adams (Big Eyes, Man of Steel) figlia di una famiglia del potente e tradizionale sud si è ormai emancipata e vive a Saint Louis facendo la giornalista. L’infanzia e l’adolescenza segnate da una madre ingombrante, la morte della sorella e abusi sessuali hanno portato Camille a compiere atti di autolesionismo e alcolismo. Tutto ritorna a galla quando viene spedita nella sua città natale nel profondo sud del Missouri agricolo, ad indagare sulla misteriosa morte di un’adolescente. Il mistero si infittirà e si intreccerà con il passato di Camille, la sua storia familiare e la storia della sua città natale, la violenza e la morte cominceranno a stringere un cappio sempre più stretto intorno alla protagonista che farà i conti con un segreto indicibile. Bellissima colonna sonora a base di Led Zeppelin.

The Terror (AMC)

The Terror è una serie che va a riempire quel vuoto lasciato da film come master and Commander. Si tratta di una serie di 10 episodi La serie è basata sul romanzo del 2007 La scomparsa dell’Erebus (The Terror) di Dan Simmons, ed è ispirata la storia vera delle navi inglesi Terror e Erebus rimaste intrappolate nei ghiacci nel tentativo di trovare il mitico passaggio a nord ovest. Così come il romanzo tenta di riempire gli aspetti non documentati e inspiegabili della scomparsa anche la serie immagina una narrativa collettiva e umana di discesa verso la consapevolezza che non vi è più scampo. Alcuni reagiranno stoicamente, altri impazziranno, altri tenteranno di rimanere aggrappati alla vita fino alla fine. The Terror funziona perché mette a nudo ritratti umani che si confrontano con una natura imponente, impenetrabile e misteriosa. Qualche tocco di gotico/horror forse un po’ forzato, ma un bellissimo racconto di avventura. Rinnovata per una seconda stagione che sarà ambientata, coerentemente con il suo spirito antologico, durante la Seconda Guerra Mondiale.

 

The End of the Fucking World (Netflix)

8 puntate della durata di circa 20 minuti ciascuna. Una commedia romantica intrisa di humor nero, i due adolescenti protagonisti sono James, un sociopatico con tendenze omicide, e Alyssa, una mezza pazza instabile. Il loro incontro potenzialmente esplosivo li porta ad una specie di road trip sulla costa inglese alla ricerca del padre di lei. La ricerca è una scusa per lasciare le loro odiose e noiosissime vite, ma nella loro folie a deux si intravede uno spiraglio di logica e un’insospettabile storia d’amore. Musica e stile dirette evidentemente ad un pubblico molto giovane, ma non male anche per i più grandi.

Glow (Netflix)

Un’altra serie Netflix e un’altra serie alla seconda stagione: Glow, acronimo di Gorgeous Ladies of Wrestling. Siamo a Los Angeles nel 1985, un gruppo di attrici e lottatrici più o meno improvvisate e più o meno improbabile sta lavorando al proprio show sul wrestling femminile. la scommessa è ardita e le tensioni fra le protagoniste, le due principali hanno avuto dissapori di origine “sentimentale”, non aiutano. Trovare sponsor e pubblico è complicato, ma proprio la rivalità fra le due, sublimata dai loro alter ego sul ring, diviene una potente  dinamica narrativa che darà una forma al loro spettacolo. Una commedia che fa sorridere più che ridere e che conferma un’ottima seconda stagione dopo la già entusiasmante prima. Alison Brie spicca su tutte/i.

The Deuce (HBO)

Arrivata alla seconda stagione, ambientata 5 anni dopo la prima, questa serie non perde colpi. The Deuce è il tratto di New York della 42a strada dove dal dopoguerra fino agli anni ’80, grazie alla presenza di cinema a luci rosse e prostituzione, si crea un vero e proprio universo fatto di personaggi strambi ed eccentrici, lavoratori dell’industria del sesso, scoppiati, artisti e avventurieri vari. Nella seconda stagione si narra l’ascesa dell’industria del porno e i primi tentativi della normalizzazione dell’area. Ormai siamo in piena esplosione Disco, la seconda stagione di  The Deuce segue una galleria di personaggi, protettori, prostitute, imprenditori e mafiosi che avevamo già incontrato nella prima stagione. Candy è ormai un’affermata regista di porno e cerca attraverso questa passione il riscatto sociale e personale, Vince è un imprenditore di successo con le mani in pasta con la mafia, Lori è diventata una starlette del cinema per adulti, Abigail ha sviluppato una coscienza politica che la spinge a battersi coerentemente con i suoi ideali progressisti e femministi. New York alla fine di un’era, echi di Scorsese e dei Ramones. Se avete amato i Sopranos o Boardwalk Empire, non potete non seguire questa serie.

 

Menzione d’onore. The City & the City (BBC 2)

In verità questa è un’aggiunta fatta un paio di settimane dopo l’uscita dell’articolo perché non poteva rimanere fuori da questo post una delle serie più interessanti dell’anno, basata sul romanzo di China Mieville, scrittore britannico molto amato fra gli appassionati di letteratura weird, The City and the City è una miniserie moto ben costruito. Si tratta di un detective noir abbastanza classico, se non fosse che si svolge in una città divisa in due da antichi a misteriosi tabù, sui quali veglia una misteriosa forza di polizia. Una città divisa in due città spesso l’una accanto all’altra, che si ignorano o che si accavallano, nella quale un delitto di una giovane donna costringe l’ispettore Tyador Borlú (grandissimo David Morrissey) ad indagare e superare anni di reciproca diffidenza, un grande hard boiled in chiave fantascientifica che non deluderà.

 

 

 

 

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