Qualche giorno fa sul blog TheMarySue, un sito dedicato al mondo dei fumetti, gaming e cultura pop, è apparso questo articolo dal titolo Television, Toil and Trouble: The Witches Of TV, che propone una serie di riflessioni sulla figura della strega nel mondo delle serie tv. L’articolo è sicuramente parziale e a tratti anche discutibile, ma è una preziosa occasione di riflessione sull’ennesimo approccio alla rappresentazione della figura femminile e relativi stereotipi. L’abbiamo tradotto per voi (si ringrazia Flavia Wolfrider per la traduzione).
Chiudete gli occhi e immaginate una strega. Probabilmente vedrete una di queste due immagini: una vecchia signora rugosa e rinsecchita vestita di nero o Willow Rosenberg. Le favole e un classico della letteratura, The Wonderful Wizard of Oz (1900), forniscono il modello di strega vecchia e secca che cavalca una scopa; il secondo stereotipo invece propone il modello di strega bella e buona, anche se il modello della strega cattiva è ancora molto diffuso nell’immaginario comune perché è così che le streghe sono state immaginate per secoli dalle masse. (Vi ricordate tutti della strega verde ottenuto con il technicolor della versione cinematografica de Il Mago di Oz).
Papa Gregorio IX autorizzò l’esecuzione delle streghe nel 1200 e la loro sorte non è migliorata da allora. Paura e odio hanno portato con sè l’inevitabile associazione con le caratteristiche fisiche poco gradite.
Ora, se si va sul sito web Party City’s (un sito specializzato in abbigliamento e addobbi per Halloween) e si cerca la parola “strega” si trovano, tra le tante, la “Neon Witch”, la “Kandy Korn Witch” e la “Purple Carousel Witch”, tutti costumi proposti con un modello di donna giovane e in forma. Ora non sono qui a dire che è male proporre simili costumi, alcuni sono veramente carini anche se il nome sembra ridicolo, ma l’unica cosa che hanno in comune è un cappello a punta, e questo ci riporta alla domanda iniziale: come ci immaginiamo una strega?
Per la risposta mi rivolgo alla televisione. In questo articolo mi riferirò solo alle opere con personaggi in carne ed ossa di serie TV che appaiono in prima serata, perché se includessi le serie animate e i programmi per bambini il capmo sarebbe troppo vasto.
Le streghe erano “fiche” in TV nel 1964 con l’uscita delle serie “Bewitched” (Vita da Strega) e “The Addams Family” (La Famiglia Addams) derivate dalla popolarità del film Bell, Book and Candle (Una Strega in Paradiso). Questi erano tra i primi piccoli ritratti televisivi, ognuno dei quali cercava di scardinare l’assunto che le streghe vivono da sole nei loro castelli, proiettando le loro eroine nella vita domestica. “Bewitched” si è spinta oltre vestendo Samantha da casalinga e facendo sfatare la nozione del cappello a punta nell’episodio pilota dallo stesso personaggio principale.
La madre di Samantha è anche lei una strega che, anche mantenendo uno standard televisivo di vecchio tipo, non si rifà all’immagine classica e stereotipata della strega.
Le donne con poteri magici hanno vissuto una specie di battuta d’arresto con l’episodio di Star Trek “Il Gatto Nero” del 1967. L’equipaggio visita un pianeta dove gli alieni usano la stregoneria per trasformarsi in cose che pensano facciano più paura agli umani. La prima cosa che fa paura è un trio di vecchie ghignanti che ricordano il Macbeth. Questo episodio di Halloween, andato in onda per la prima volta il 27 ottobre 1967, porta poi il nostro intrepido equipaggio in un castello da brividi abitato da un uomo e da una donna, entrambi adepti del controllo mentale. E’ la donna ad essere il vero cattivo della storia ed è definita strega, lei è anche la donna furba e sensuale che cambia aspetto per sedurre Kirk e che lo attacca quando lui la rifiuta e per finire si trasforma in una gatta gigante, uno dei tanti stereotipi di donne sensuali ma infide.
“Mistero in Galleria” ha prodotto, nel 1971, un episodio dal titolo “Witches’ Feast” che rigurgita il solito trio urlante di vecchie streghe dal naso adunco. Di fatto per un periodo la commedia supera il confine del personaggio tradizionale di strega rispetto alla fantascienza, e meno male!
Oggi, quando i fans del genere delle serie TV pensano alle streghe è più probabile che pensino a donne giovani che si possono incontrare quotidianamente, come Willow, il personaggio già citato di “Buffy the Vampire Slayer“, o le sorelle Halliwell di “Charmed” (Streghe), pensano a “Sabrina the Teenage Witch” (Sabrina, Vita da Strega), a Katrina di “Sleepy Hollow“, o per gli amanti della storia, ai personaggi di “Salem“. [l’autrice del pezzo dimentica Bonnie Bennett di “The Vampire Diaries”, a Davina Claire o Sophie Deveraux, di “The Originals” e penso che gli adolescenti e non solo oggi pensano subito a queste tre streghe ndt]. Serie come queste hanno notevolmente trasformato l’immaginario delle favole per bambini. Phoebe critica la rappresentazione della strega come “vecchia dal naso adunco” nella cultura di massa in un episodio di “Charmed” (Streghe) della terza stagione e Willow fa notare più di una volta quanto odia gli stereotipi delle streghe.
Chiedere ad una persona moderna che aspetto ha una strega è come chiedere che aspetto ha una persona omosessuale: semplicemente hanno l’aspetto di persone. Ma nonostante il sentire comune moderno, è difficile ignorare che la maggior parte delle streghe della TV oggi ha dei canoni ben definiti per il loro aspetto fisico, tranne rare eccezioni, che le vogliono spudoratamente giovani, femmine, bianche [con l’eccezione delle streghe di The Vampire Diaries e di The Originals ndt], magre, eterosessuali (con le sole eccezioni di Willow e Tara) e sexy in modo convenzionale.
Quando ero giovane e mia madre si specchiava senza trucco esclamava: “Sembro una strega!”, allora strega era sinonimo di “brutta” e brutta a sua volta significava “cattiva”, non solo per le streghe, ma per tutti i personaggi della cultura di massa, specie per le donne. Le streghe come protagoniste, quelle con cui si suppone dobbiamo simpatizzare, devono essere belle. Allora abbiamo solo scambiato uno stereotipo con un altro?
Storicamente l’immagine della strega non era legata soltanto alla bruttezza ma anche alla vecchiaia. Nelle favole per bambini “vecchio” e “brutto” erano di fatto inseparabili. L’associazione con l’anzianità deriva dall’aspetto della triplice dea di anziana (befana). Giovane, Madre e Anziana sono i tre aspetti del divino femminino venerato da molti Neopagani e da altre pratiche spirituali basate sulla natura. L’anziana indica l’invecchiare, non come si intende spesso oggi nella sua accezione negativa, ma nella sua accezione di conoscenza e sapienza. L’energia dell’anziana ricorda il cambio autunnale delle foglie, la luna calante e la morte, ma non la cattiveria. La morte e l’anzianità possono spaventare noi miseri umani e vengono per questo catalogati come “male”.
Nella cultura popolare “anziana” è un termine relativo che significa spesso “più anziana dell’eroina”. (Margaret Hamilton aveva solo 37 anni quando ha recitato la parte della strega cattiva). Inoltre la televisione contemporanea ha un modo di schiacciare i tre aspetti, giovane, madre e anziana, in una stretta scala di età. In Once Upon a Time per esempio, la serie inizia con l’introdurre un trio: Emma, Biancaneve e la regina cattiva, e Biancaneve dice: “null’altro che una strega cattiva” la cui età spazia di non più di una decade grazie ad una maledizione che congela nel tempo alcuni personaggi.
Charmed (Streghe) rappresenta il trio con tre sorelle dove Prue incarna l’anziana, Piper, col suo carattere che dona sostegno, la madre e Phoebe con la sua caparbietà, la giovane. I ruoli diventano meno chiari con l’arrivo di Paige al posto di Prue.
Più di recente “American Horror Story: Coven” spalma le età delle tre donne interconnesse in un continuum più ampio e associa anche l’età con la bellezza, una forza trainante per il personaggio dell’anziana Fiona Goode. Jessica Lange sembra stare molto bene a 65 anni ma il suo personaggio è molto più anziano, sempre in lotta in modo ossessivo con l’avanzare dell’età mediante l’uso di un siero non testato. Il suo personaggio può sembrare affascinante ma è più cattivo di quanto sembra perché è in realtà molto più vecchio di quanto sembra. Di nuovo: Anziano=brutto=malvagio.
Lafayette di True Blood è degno di nota anche se non è chiaramente definito come strega, ma è un medium che può usare la magia. E’ anche un nero gay e così abbatte diversi stereotipi in un colpo solo. Ci sono anche streghe maschi in The Vampire Diaries ma non seguo queste serie televisive pertanto sentitevi liberi di esprimere le vostre considerazioni in merito nello spazio dei commenti.
Il problema delle streghe nella fiction è molto più complicato di ciò che può sembrare perché le streghe esistono davvero al contrario di lupi mannari e vampiri, per esempio. Esistono delle persone che praticano l’Arte della magia e della stregoneria, o che seguono la religione della Wicca. Charmed (Streghe) ha provato a far conoscere l’esistenza di tali persone alle masse nell’episodio pilota dove vengono uccisi dei Wiccan. Questo episodio introduce a tutti gli spettatori la “Wiccan rede” e alla pronuncia corretta della parola “athame”, ma nonostante questo non c’è molto che esalti la diversità dato che le streghe reali esistono come diversi tipi di persone, di diverso peso, taglia, età, etnia e capacità. Rappresentare le streghe in modo così ristretto come si fa nella serie TV “Streghe” non è diverso dal rappresentare così ogni altro gruppo sociale.
Però almeno non esiste più un codice di abbigliamento. I cappelli conici sembrano essere diventati di moda per i praticanti dell’Europa occidentale medievale e sono diventati anche fonte di molte favole tradizionali e questo rende comprensibile l’immaginario che ne è seguito. Lo scorso Halloween, Slate ha scritto un articolo sulle possibili origini di questo tipo di cappello. Molte streghe di oggi comunque possono anche usare tuniche e cappelli conici nei rituali ma molto probabilmente non aspettano l’autobus vestiti così e perciò è un bene che molte streghe della TV si vestano con abiti ordinari da tutti i giorni. Per Halloween quindi sentitevi libere/i di vestirvi da strega Kandy Korn o da Elphaba o da qualsiasi altra cosa tra le due. Vestitevi come vi vestite per andare a lavorare e dite a tutti “sono una strega” perché nella realtà una strega può vestirsi come meglio lei o lui vuole!
Kristina scrive blog su pilota di serie TV e ha contribuito ad altre pubblicazioni su televisione, video giochi, musica e arte. Ha una laurea umanistica in sceneggiatura (writing performance) e twitta su “meek the geek”.
Flavia Wolfrider è un’artista, tatuatrice, musicista e studiosa delle antiche spiritualità. Gestisce il blog Gea-Draconia ed ha scritto diverse pubblicazioni sull’esoterismo, magia, archeologia, astrologia e vie spirituali. Qui potete trovare la sua pagina facebook.