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La fine di Boardwalk Empire e la sindrome del Padrino

Dopo sette stagioni (forse 6 e mezza considerando che l’ultima era un po’ tronca) si è conclusa la serie prodotta e fortemente voluta da Martin Scorsese e scritta da Terence Winter. Immediatamente bollata come “I Soprano durante il proibizionismo”, Boardwalk Empire segue le vicissitudini del personaggio semi-immaginario Enoch “Nucky” Thompson, un contrabbandiere, un po’ lestofante un po’ gentiluomo, ispirato alla figura storica di Enoch Thompson, uomo politico che fece il bello e il cattivo tempo ad Atlantic City durante il proibizionismo.

La serie, come molte opere che analizzano personaggi controversi, ci regala il ritratto di un uomo che compie il male pur aspirando al bene, che non ha altre risposte se non la violenza e la corruzione ma è consapevole dei limiti delle sue scelte. Scorsese in altre parole tenta un ritratto dell’anima del potere criminale che in parte ricopia quella già monumentale del Padrino di Coppola. Il parallelismo diviene ancora più evidente poi se consideriamo che nell’ultima stagione gioca proprio con i flashback della vita di Thompson che ci spiegano come un ragazzino irlandese poverissimo sia asceso al potere e come la sua anima si sia corrotta, per arrivare ad un finale in cui, per così dire, il cerchio si chiude. Ma proprio l’esigenza di non ridurre a bianco e a nero un’analisi del genere, ha portato lo show a durare ben sette stagioni, con alti e bassi e vari archi narrativi, a volte un po’ dispersivi.

Però considerare Boardwalk Empire – L’Impero del Crimine una semplice riproposizione del mito del Padrino, che la HBO aveva già riproposto con Tony Soprano, è limitante. La serie tv di Winter ci ripropone un centinaio d’ore di affresco storico affrontato con un commovente rigore filologico, in cui accanto ai misconosciuti personaggi che muovono le ruote della trama, si affiancano i vari Al Capone, Lucky Luciano, Joseph Kennedy, J.Edgar Hoover e politici e cantanti dell’epoca che fanno di Boardwalk Empire una specie di epica moderna, il mito fondante dei nostri giorni.

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Varrebbe la pena seguire questa serie solo per la ricostruzione attenta della vita, della musica, delle usanze e dei luoghi che fedelmente ci riportano alle soglie della depressione USA. Ma oltre e tutto ciò vi è un cast dalla bravura indiscutibile che rende Boardwalk Empire uno degli esempi di qualità recitativa collettiva migliore mai visti in TV e che solo la HBO è in grado di regalare. Capitanati da un eccezionale Steve Buscemi, che ha meritatamente  vinto l’Emmy per questo ruolo nel 2011, un cast di fuoriclasse, tutti nomi sconosciuti al grandissimo pubblico ma che forniscono delle interpretazioni impressionanti. Il solo cominciare a farne una lista sembra un torto per tutti quelli che rimarrebbero esclusi. Il mio consiglio è però di vederlo in originale, tanto per farvi un esempio, Stephen Graham, attore ultra britannico che ha interpretato uno degli skinhead più credibili del cinema in This is England, che recita nell’ammerecano italianizzato di Al Capone è uno spettacolo impagabile. Buona visione a tute e tutti.

Black Sails, la serie sui pirati finalmente in Italia

Arriva su AXN HD, il canale 122 di Sky dedicato ad un pubblico amante dell’azione, Black Sails, una serie evento in 8 episodi e in prima visione assoluta che, lunedì 22 settembre alle 21.00, inaugurerà la stagione autunnale del canale.

La serie, che vanta la produzione esecutiva di Michael Bay, porterà gli spettatori nel mondo dei pirati, che sono però rappresentati per la prima volta con grande realismo e crudezza.

Vincitrice agli Emmy® per gli effetti speciali e sound editing, è ambientata nel 1715, l’età d’oro della pirateria caraibica. L’ex colonia britannica dell’isola di New Providence è divenuta una terra senza legge, controllata da un manipolo di capitani fuorilegge che includono alcuni tra i pirati più famosi della storia. Il più temuto tra questi è il Capitano Flint (Toby Stephens – Die Another Day), un uomo mosso da ragioni profonde e intricate, che tradiscono un’indole romantica. Flint si allea con la bellissima Eleanor Guthrie (Hannah New – Maleficent), figlia del capo dei contrabbandieri locali, che deve la sua fortuna alla ricettazione del bottino dei pirati. Insieme escogitano un piano per impadronirsi del tesoro del secolo e impedire la riconquista della loro isola da parte di un impero che sta rialzando la testa. I loro piani sono contrastati da molti nemici: i capitani rivali, gelosi del potere di Flint; il padre di Eleanor, le cui ambizioni sull’isola sono in conflitto con quelle di sua figlia; e soprattutto John Silver (Luke Arnold – Broken Hill), un giovane marinaio reclutato nella ciurma di Flint.

Le vicende di Black Sails si svolgono 20 anni prima dei fatti narrati nel grande classico di Robert Louis Stevenson “L’Isola del Tesoro” ed è un dramma intenso e sofisticato, calibrato con sagace ironia, che porta una sorprendente freschezza in un genere classico.

Black Sails è una serie originale STARZ, creata da Jonathan Steinberg (Jericho, Human Target) e Robert Levine (Touch), e che vanta la prestigiosa firma di Michael Bay (Transformers, Armageddon, Pearl Harbor) fra i suoi produttori esecutivi.

Dello show è già stata prodotta una seconda stagione, che arriverà sempre su AXN HD in prima visione assoluta all’inizio del 2015.

Fonte: comunicato stampa

Una sitcom scritta dal cantante dei Weezer per la Fox

Be li ricordate i Weezer? Gruppo americano che ha goduto di un certo successo negli anni ’90? No? Forse in Italia non hanno avuto un successo enorme, ma in America sono molto amati dalle generazioni che in quel periodo seguivano le radio universitarie e magari consideravano il grunge troppo pesante ed hanno venduto 20 milioni di album.
Adesso il loro leader Rivers Cuomo ha ricevuto un ordine di un episodio pilota dalla Fox per una comedy monocamera ispirata ad un suo progetto autobiografico intitolato DeTour.
DeTour è ispirato infatti sulla vita di Cuomo che, all’apice del successo con i Weezer, decise di prendersi 3 anni di pausa per tornare al college e laurearsi. Proprio al college il chitarrista conobbe la sua futura moglie, fu respinto dal coro dell’università, conobbe nuovi amici e si laureò con la lode.
DeTour vuole narrare, in maniera magari un po’ più patinata, questo viaggio di una rockstar trentenne incapace di razionalizzare il suo successo e spaventato dall’idea di non saperlo ripetere. Intanto però si rende conto che ha perso molti anni della sua vita impegnandosi a diventare una rock star e perdendosi quello che di solito i suoi coetanei facevano normalmente.
Rivers Cuomo collaborerà con il creatore di Psych Steve Franks per questo pilota.

Crossbones cancellato dopo una sola stagione

Esattamente come avevo previsto qualche tempo fa, fatemi bullare che non sempre ci colgo, Crossbones era una serie sulla quale non si poteva scommettere a lungo andare, infatti la NBC l’ha già cancellata. I motivi, analizzati dal punto di vista del pubblico possono essere tanti, su tutti forse un eccesso di protagonismo di Malkovich che rende il suo Barbanera troppo ingombrante, laddove le esigenze di trama avrebbero forse preferito un cast più corale. Inoltre a mio parere Crossbones è, e rimane, una serie tv non generalista, quasi un sottogenere, quello ‘piratesco’ se volete, e quindi più adatta ad un pubblico di appassionati. Però se hai già un altro show, come Black Sails, che questo lavoro lo svolge egregiamente, e che dal quale Crossbones sembra aver copiato proprio tutto, allora quel pubblico te lo perderai.
Infatti, alla fine dei conti, la ragione per cui la rete ha cancellato Crossbones rimane sempre la stessa, dopo un primo episodio trionfante gli ascolti si sono praticamente dimezzati e lo scorso due agosto è stato mandato in onda uno sbrigativo finale in due parti. Quindi il vascello di Barbanera/Malkovic è affondato miseramente fra i sargassi in tempesta dell’audience estiva, che ovviamente preferisce sitcom e procedurali da sempre. Va reso onore alla NBC che ci ha almeno provato, grande successo di critica ma, scarsi guadagni. Non ci rimane che farci un bicchiere di rum e aspettare Black Sails corpo di mille balene!

The Nick: la serie medical di Soderbergh ambientata a inizio '900

The Knick è il medical in costume che mancava alla lunga lista di serie tv ambientate nelle corsie di un ospedale. Si tratta di una serie della Cinemax, che già si è fatta notare per l’interessante Banshee, diretta addirittura da Steven Soderbergh e interpretata da Clive Owen . The Knick esamina le vite professionali e personali del Dr. John W. Thackery (interpretato da Owen) e del personale del Knickerbocker Hospital di New York durante la prima parte del ventesimo secolo. La serie è stata creata e scritta da Jack Amiel e Michael Begler, che fanno anche da produttori e produttori esecutivi.
La Cinemax ha già rinnovato la serie per una seconda stagione di dieci episodi.
A New York City nel 1900, l’Ospedale Knickerbocker opera con chirurghi all’avanguardia. Il Dr. John Thackery, il capo di nuova nomina dello staff chirurgico, combatte contro la sua dipendenza da cocaina e oppio nel tentativo di realizzare le sue ambizioni nella ricerca medica e guadagnarsi la stima dei suoi colleghi. Laureatosi ad Harvard, il dottor Algernon Edwards deve lottare per guadagnarsi il rispetto all’interno in un ospedale dove tutti i dottori sono bianchi. Mentre si lotta letteralmente per tenere le luci accese, seguiamo i tentativi dell’ospedale di attirare una clientela più facoltosa, senza però sacrificare la qualità delle cure a tutti i pazienti.

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Per altre info e cast vedi qui: http://www.imdb.com/title/tt2937900/

Vikings stagione 3: anticipazioni e trailer

Vikings è una serie di History Channel di quelle con budget relativamente basso e cast non di grande richiamo, eppure dopo 2 stagioni si è imposta senz’altro come una delle realtà più interessanti e avvincenti degli ultimi tempi, sia grazie alla magia creativa di Michael Hirst (The Tudors ) che all’ottima prova collettiva degli attori e attrici dello show.

Al ComiCCon di San Diego la produzione ha mostrato il nuovo trailer della stagione 3. Il trailer ben si adatta ai toni scuri e cupi per cui la serie è conosciuta ed è narrato dalla voce terribile del Veggente (John Kavanagh). A giudicare dal trailer, ci aspetta un viaggio ancora più grandioso  e pieno d’azione di quanto già ci abbia preannunciato il Signor Hirst, che aveva anticipato:

Hirst: Beh, ovviamente torneremo in Wessex, perché ci piacciono davvero re Ecbert e la principessa Kwentrith, la quale creerà il caos, una cosa veramente fantastica. Ragnar e Ecbert sono molto simili, possono parlare tra di loro e capirsi l’un l’altro. Poi andremo a Parigi, e incontreremo l’imperatore francese, il nipote del grande Carlo Magno e sua figlia. Sono entrambi molto importanti, perché questa è una story-line che non ho intenzione di sottovalutare. E ‘una storia che sarà parallela per tutta stagione 3 per diventare centrale nella stagione 4. Avrà un impatto enorme su molti dei nostri personaggi principali.

Inoltre sembra che, Vikings sia destinata ad ampliarsi sempre più, con i nostri personaggi più importanti sparsi tra Inghilterra e Scandinavia. Ora, con l’introduzione di Parigi e il suo imperatore, Hirst e la sua squadra hanno un cast di personaggi decisamente più grande e difficile da gestire. Sarà emozionante vedere come la storia si dipana man mano che questa nuova stagione avanzerà, anche se io trovo le care e fredde ambientazioni nordiche la cosa più affascinante della serie TV, spero non vengano abbandonate in favore di uno show più di corte (alla Tudor appunto). In attesa dei primi mesi del 2015, quando la terza stagione comincerà, godiamoci il trailer qui.

Cosa ci aspetta per la stagione 5 di Boardwalk Empire

A settembre comincerà la quinta e ultima stagione di Boardwalk Empire, la bellissima serie prodotta da Martin Scorsese e ambientata ai tempi del proibizionismo. L’ultima stagione sarà ambientata qualche tempo dopo la fine della quarta, che finiva intorno al 1924, siamo infatti nel 1931, Chalky White è stato in galera nel frattempo e la sciagurata Jill Darmody in una specie di manicomio. Non è dato sapere cosa abbia fatto Nucky Thompson, il perso aggio ispirato al vero sindaco di quegli anni di Atlantic City e interpretato egregiamente da Steve Buscemi.
Nel trailer si vedono anche tutti i protagonisti principali, ma non si intuisce come se la passano, a settembre allora:

Poldark torna sugli schermi della BBC

Poldark, uno sceneggiato ispirato ai libri che vedevano l’eponimo piccolo possidente terriero della Cornovaglia protagonista della saga concepita da Winston Graham, fu un grande successo della BBC di fine anni ’70, totalizzando una media di 15 milioni di spettatori tra il 1975 e il 1977 e innescando il boom del turismo in Cornovaglia. Il telefilm britannico fu un piccolo grande successo anche da noi in Italia, vedi il nostro articolo, a giudicare dai tanti siti e blog ancora esistenti dedicati a questa serie.
La buona notizia per tutti i cultori del telefilm e per gli amanti del dramma in costume britannico, è che la BBC sta girando la prima stagione del reboot di Poldark. Si tratta di 8 episodi che coprono gli avvenimenti dei primi due libri della saga. La BBC spera in un successo che vada a doppiare quello di Downton Abbey, magari grazie anche all’affetto del pubblico per questo personaggio del XVIII secolo a metà fra Dickens e Dumas che tanto è stato amato in passato.

Toccherà al popolare Aiden Turner, il Vampiro in Being Human, prendere il posto del carismatico e cupo Robin Ellis, ma Aiden sembra avere il potenziale e l’esperienza giusta. La prossima primavera, se tutto va bene, potremo quindi dare il bentornato a Ross Poldark.

Salem: tra caccia alle streghe e grandi amori

Salem è una serie drammatica di fantasy storica creata da Adam Simon e Brannon Braga (quest’ultimo già produttore di serie di grande successo come Star Trek TNG e Streghe) che, come si imtuisce dal titolo, è ambientata nel terribile periodo di caccia alle streghe dl XVII secolo che tanto celebre e famigerata rese la cittadina del New England. Salem vede come protagonisti due giovani e bravi attori, Janet Montgomery e Shane West , ed è già al momento stata rinmovata per una seconda stagione.

Salem è una storia immaginaria ispirata però ai processi realmente accaduti nella cittadina del Massachusetts dominata dai puritani. La domanda al centro dello show è quella classica: si trattava realmente di streghe oppure i processi erano una forma collettiva di epurazione sociale o isteria. I due protagonisti John ( Shane West ) e Mary ( Janet Montgomery ) si trovano nel bel mezzo di una storia d’amore epica, ma anche coinvolti nella caccia alle streghe che getta la città nella isteria, orrore e disperazione. Spesso le offese di ‘stregoneria’ in verità sottintendono odi di vicinato, beghe di confine e dissapori sui pascoli che generano odi profondi e difficili da estirpare.
A complicare le cose, Maria è una giovane ragazza nubile incinta con il bambino di John Alden, il suo giovane amante forse morto in guerra.

In America va in o da sul canale WGN, chissà se arriverà in Italia.
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La serie Halt and Catch Fire celebra il mito dei pionieri dell'informatica

Halt and Catch Fire è una serie tv della AMC ambientata negli anni ’80 creata da Christopher Cantwell e Christopher C. Rogers.
Per chi, come chi vi scrive, li ha vissuti, gli anni ’80 sono stati un periodo bello solo se si considera la controcultura: gli anni del punk, del riprendersi certi spazi urbani, di una ribellione del tutto personale e difficile da definire. Per il resto gli anni ’80 erano semplicemente conformismo, vestiti e tagli di capelli inguardabili e la vittoria delle politiche di personaggi come Reagan, Thatcher e, dalle parti nostre, Craxi sponsorizzato da Mediaset.
Halt and Catch Fire si concentra in particolare su un altro mito fondante della modernità nato a quei tempi, oltre al neoliberismo sfrenato, ovvero la creazione dei personal computer. Il titolo della serie si riferisce ad un immaginario comando macchina che non prevederebbe, come recita letteralmente, che il pc si fermi e prenda fuoco, ma più semplicemente smetta di funzionare.
Ovviamente la serie deve molto allo stile dell’altro telefilm ‘vintage’ della AMC, Mad Men. Il tentativo della serie Halt and Catch Fire è ovviamente quello di narrare un’epica e creare una mitologia legata ad una delle professioni tanto importante quanto noiosa che oggi domina la modernità, quella degli informatici.
Siamo nel 1983 a Dallas , Texas , Joe MacMillan, un progettista chiave nel debutto della IBM Personal Computer, cerca un gruppo di giovani talenti matematici per sfidare i grandi colossi della nascente informatica. Le storie personali e gli ego smisurati, alla Jon Hamm, si intrecceranno e plasmeranno i destini del mondo moderno, magari da un ufficio in un garage.
Questa serie è stata accolta con entusiasmo da molti critici e non ci stupiremo se avrà sucesso. Personalmente ho trovato Halt and Catch Fire, per il momento, un po’ noiosa e celebrativa di un ambiente che era molto meno affascinante e vivace di come lo si descrive… Insomma un mito fondante a posteriori che tanto ameranno i 50enni di oggi che all’epoca, invece di andare a rimorchiare le ragazze, se ne stavano appiccicati ai loro Commodore o Amiga a scrivere comandi in Basic.