Fumettista di punta del New Yorker dal 1930 al 1980, Charles Addams praticamente inventò l’umorismo nero in America. I suoi fumetti trovarono la vena comica che è all’incrocio tra il bizzarro e il quotidiano, con le persone comuni che rivelano tendenze ad un cupo esotico. Nel corso della sua vita, Addams ha illustrato 68 copertine per il New Yorker e ha contribuito a più di 1300 fumetti per la rivista, che ispirarono tutti, dal fumettista Far Side di Gary Larson al regista Tim Burton. Se le storie di scrittori come Dorothy Parker, Ogden Nash, e John Cheever sono la linfa vitale del New Yorker, i disegni di Addams ne sono stati il suo spirito.
La più famosa creazione di Charles Addams, La Famiglia Addams, rifletteva i valori americani in uno specchio deformante, mostrandone la paranoia, il buio ma anche la dolcezza della vita suburbana. La Famiglia Addams ha dato vita a due serie televisive, due cartoni animati, e due film di successo e le reincarnazioni continuano ad arrivare. In questo momento, c’è un musical del cartone animato a Broadway, e Tim Burton è in procinto di dirigerne una nuova versione cinematografica. Ma per quanto raccapriccianti, eccentrici, misteriosi e inquietanti i personaggi siano, non sono nulla a confronto di Charles Addams stesso.
Nel suo periodo di massimo splendore, Charles Addams era una celebrità, il tipo di persona che tutti volevano conoscere. Alfred Hitchcock compì un pellegrinaggio fino alla porta di casa Addams, solo per cogliere uno scorcio del personaggio nel suo habitat naturale. Le leggende urbane vogliono che il disegnatore fosse un paziente abituale dei manicomi di New York, e che preferiva che i suoi martini fossero guarnite con bulbi oculari. E mentre molte delle storie di Addams erano sicuramente esagerate, non c’è dubbio che l’uomo aveva un debole per il particolare. Invece di un tavolino da caffè standard Addams usava un tavolo di imbalsamazione dell’era della guerra civile. Possedeva anche una collezione di antiche balestre sopra il suo divano e usava la pietra tombale di una giovane ragazza (“La Piccola Sarah,di soli tre anni”) come una tavolino per i suoi cocktail.
UN INFANZIA… FELICE
Con stranezze del genere, non si sarebbe immaginato che l’artista aveva avuto un’educazione del tutto normale. Charles Addams nacque il 7 GENNAIO 1912, a Westfield, New Jersey, l’unico figlio di un venditore di pianoforti. Era un bambino sorridente che si trasformò in un ragazzo sorridente, amato con indulgenza dai suoi genitori e ben voluto dai suoi amici e compagni di classe. “So che sarebbe più interessante, forse, se avessi una terribile infanzia, incatenato a una trave di ferro e nutrito con cibo per cani tutti i giorni,” Addams una volta disse a un intervistatore. “Sono una di quelle strane persone che effettivamente hanno avuto un’infanzia felice.”
Eppure, il fascino Addams per il macabro iniziò presto nella vita. Fin da bambino, amava visitare i cimiteri. All’età di 8 anni, fu preso dalla polizia per aver fatto irruzione in una particolarmente spaventosa villa vittoriana vicino a casa sua. E quando l’America entrò nella prima guerra mondiale, Addams cominciò a disegnare immagini del Kaiser Guglielmo II accoltellato, sparato, investito da un treno, o bollito in olio.
NEW YORK
Il destino voleva che, mentre Addams era al liceo, il suo futuro datore di lavoro cominciava ad emergere. Il New Yorker pubblicò il suo primo volume nel 1925. All’inizio si presentava come una rivista settimanale dall’umorismo sofisticato, grazie soprattutto a illustrazioni e fumetti dai disegni eleganti. I sagaci fumetti divennero ben presto il segno distintivo della rivista, e Addams capì che voleva lavorare lì dal momento in cui ne vide la prima volta una copia.
Dopo il liceo, Addams si iscrisse a diversi college in cerca di un buon programma di arte. Alla fine si ritrovò alla Grand Central School of Art, arroccata in cima al Grand Central Terminal di Manhattan. Era ancora uno studente quando vendette la sua prima vignetta al New Yorker -un disegno non firmata di un lavavetri sospeso su un grattacielo. Era il 6 febbraio 1932 e Addams si beccò un assegno di $ 7,50.
Non era abbastanza per pagare le bollette, così Addams si procurò un lavoro di ritocco di raccapriccianti foto di scene del crimine per la rivista True Detective. Non era un lavoro glamour, ma permise all’artista di affinare il mestiere e il suo stile. Usando una tecnica di delicata sfumatura dell’inchiostro, Addams scoprì l’oro fumettistico al crocevia fra il morboso e il mondano, evidenziando allo stesso tempo la magia e l’orrore della vita di tutti i giorni. Nel mondo di Addams, un uomo apre il suo paracadute per scoprire che è stato fatto a maglia da sua moglie, e due amanti si fanno coccole al chiaro di luna sulle rive di uno stagno da cui spunta una pinna di squalo. In uno delle sue più famose strisce, una folla osserva un polpo trascinare un uomo sfortunato in un tombino. Un passante dice al suo amico: “Non ci vuole molto per raggruppare una folla a New York.”
Nel 1940, Addams era diventato un habitué del New Yorker, ciò gli permise di lasciare True Detective e concentrarsi a tempo pieno sui suoi disegni. Nello stesso anno, pubblicò il fumetto che avrebbe fatto di lui uno degli artisti più pagati e più utilizzati della rivista. In esso, uno sciatore lascia dietro di sé una serie di tracce che indicano che è appena passato attraverso un albero, invece di aver girato intorno ad esso. Il New Yorker dovette far fronte a più richieste di ristampa di quella immagine di ogni altra vignetta quell’anno. Due mesi dopo “Lo Sciatore”, Addams ricevette una lettera da una psicologa dell’Illinois, che gli disse che aveva usato l’immagine per determinare l’intelligenza degli adulti mentalmente disabili. Il dottore chiedeva ai suoi pazienti perché l’immagine era divertente, e se non lo capivano, lei determinava che la loro intelligenza era inferiore a quella di un bambino di 9 anni. Nel corso degli anni successivi, “Lo Sciatore” fu imitato e plagiato inesorabilmente. La gag fu anche utilizzata sul grande schermo nel film di Gianni e Pinotto del 1943 Avventura in Montagna.
SCIUPAFEMMINE
Man mano che la fama di Charles Addams continuò a crescere anche la sua vita sociale cambiò. Sviluppò rapidamente una reputazione di uomo di mondo, era risaputo che passava le serate fino a tarda notte nei migliori bar in compagnia di belle donne. Ma nel 1942, Addams incontrò una compaesana di Westfield di nome Barbara Day. Una donna statuaria con i capelli neri e la pelle pallida, Day sembrava molto simile a Morticia Addams, la matriarca dei suoi fumetti sulla famiglia Addams. Addams aveva disegnato Morticia per la prima volta quattro anni prima, così in Barbara aveva letteralmente trovato la donna dei suoi sogni. In poco tempo, la coppia si fidanzò.
Nello stesso anno, Addams fu richiamato dall’esercito per prestare servizio nella seconda guerra mondiale. Fu assegnato al Corpo d’Armata Comunicazioni, il gruppo responsabile per la produzione di film e manifesti di propaganda, in cui si trovò circondato da artisti, sceneggiatori e colleghi fumettisti. Alla fine, la guerra fece ben poco per ostacolare la carriera di Addams, anzi. Intanto continuò a lavorare per il New Yorker, così come per altre riviste e agenzie pubblicitarie, trovando anche il tempo di vedere Barbara. Prima della fine della guerra, Addams e Day erano sposati, e il suo lavoro veniva mostrato al Metropolitan Museum of Art.
Addams e sua moglie cominciarono ben presto a vivere la vita glamour. Comprarono costose auto sportive, posavano per le illustrazioni dell’ Harper Bazaar e davano il tipo di feste di cui tutti parlavano. Troppe feste, forse. Dopo otto anni di matrimonio, la coppia si divise. Lei voleva i bambini, lui no. Essenzialmente lui stesso un bambino, Addams era reticente a diventare padre. Inoltre, la sua tendenza ad essere un donnaiolo non si era fermata all’altare.
Focus sulla Famiglia
Mentre il matrimonio di Addams andava spegnendosi nella vita reale, la sua striscia a fumetti sulla famiglia si stava espandendo. Morticia era entrata nel mondo nel 1938. Quattro anni più tardi, aveva ottenuto un marito, Gomez, un uomo tozzo e brutto con un naso schiacciato. Gomez era una dichiarazione politica; Addams, un devoto democratico, aveva basato il personaggio su Thomas E. Dewey futuro governatore repubblicano di New York.
La famiglia Addams aggiungeva un figlio, Pugsley, l’anno successivo, che veniva presentato nell’atto di costruire una bara per un compito in classe. La figlia Mercoledì arrivò subito dopo, presentata nel tentativo di avvelenare il fratello. L’ultimo a prendere il suo posto fu lo zio Fester, che apparve la prima volta nei panni di un sinistro uomo calvo tra il pubblico di una sala cinematografica, Fester rideva mentre tutti intorno a lui piangevano. Zio Fester, Addams poi rivelò, fu il personaggio al quale più l’autore si sentiva legato.
Sulla pagina, i personaggi della famiglia Addams erano nettamente peggiori rispetto ai loro omologhi televisivi. In un disegno di Natale del New Yorker del 1946, la famiglia si vede sul tetto del suo palazzo vittoriano fatiscente, intenta a rovesciare una pentola di olio bollente sui gruppi di cantanti di inni natalizi di sotto. I lettori amarono così tanto la vignetta che questa fu stampata su delle cartoline di Natale.
Nel 1950, La Famiglia Addams era diventata così popolare che aveva generato una linea di merchandising, tra cui sciarpe di seta e stoviglie. Ma stranamente, i personaggi non ebbero nomi fino al 1963, quando la serie fu trasformata in uno show televisivo. Nella fretta di nominarli, Addams stava per chiamare Pugsley, Pubert (“Pubertà”), ma all’ultimo momento decise che il nome era troppo rozzo.
La transizione de La famiglia Addams in TV non fu facile. In realtà, stava per non accadere affatto a causa della seconda moglie di Addams, Barbara ‘Barb’. Addams e Barb si erano sposati nel 1954, e il matrimonio era stato un disastro fin dall’inizio. L’attrazione era chiara: Barb sembrava ancora più simile a Morticia di Barbara Day. (Aveva anche fatto una plastica al naso per assomigliare al personaggio). Ma si trattava di una donna instabile e aggressiva che una volta aggredì il marito con una lancia africana. Era anche un avvocato e utilizzò le sue competenze giuridiche per costringere Addams a cedere i diritti di molti dei suoi fumetti. La coppia divorziò due anni dopo il loro matrimonio, Barb aveva però il controllo completo dei diritti della famiglia Addams e mise in fase di stallo la produzione nello show televisivo fino a quando i produttori concordarono di darle più soldi.
Quando la serie finalmente debuttò sulla ABC nel 1964, Charles Addams non era fra i fan. Amava la sigla, ma si lamentava che la famiglia non era “malvagia neanche la metà” dei suoi personaggi originali. Eppure, il pubblico americano la adorò, e il programma portò un nuovo livello di fama e fortuna a Addams. Generando altro merchandise, tra cui gomma da masticare e giochi da tavolo.
Nonostante il suo successo commerciale, La famiglia Addams fu improvvisamente cancellata nel 1966. Improvvisamente, Addams si trovò senza una parte significativa del suo reddito. In quel periodo Addams usciva con Jackie Kennedy che però lo lasciò proprio con l’interruzione dello show. A peggiorare le cose, La famiglia Addams era anche sparita dalle pagine del New Yorker. Gli editori avevano deciso che una volta che la famiglia era in televisione, non poteva più essere in stampa. Addams mantenne Gomez e compagnia vivi attraverso varie campagne pubblicitarie, ma come un biografo ha affermato, rimase profondamente amareggiato nei confronti della rivista per l’aver rinnegato la sua famiglia.
LA MORTE
Fino agli anni ’80, Addams continuò a guadagnare come artista freelance, vendendo il suo lavoro per riviste e gallerie. Anche dopo cinque decenni di fumetti la sua mano non dava segno di rallentamento. Ancora amava, pur non guidandole più, le macchine veloci e ancora amava la compagnia delle belle donne. Nel 1980 sposò la sua fidanzata di lunga data, Marilyn “Tee” Miller. Il matrimonio si tenne in un cimitero degli animali, dove la sposa era vestita di nero, così come le damigelle.
Charles Addams morì il 29 settembre del 1988, all’età di 76 per un attacco di cuore mentre era seduto nella sua auto parcheggiata. Sua moglie ha detto al New York Times, “E ‘sempre stato un appassionato di auto, quindi è stato un bel modo di andarsene.”
Naturalmente, questo non fu certo la fine per Addams. I suoi cartoni animati vivono, in gran parte perché attingono a qualcosa di profondo nella psiche americana. Le persone si identificavano e ancora lo fanno al fascino di Addams per il lato oscuro dell’umanità. Come ha scritto la sua biografa Linda Davis, “I suoi cartoni animati, a differenza di quelli di tanti altri fumettisti, erano per la maggior parte senza tempo e trattavano temi universali. Sono ancora divertenti oggi; li capiamo ancora oggi. “Infatti, Addams si ispirò alle sue paure- paura del matrimonio, i timori sull’alienazione, paura della morte, per mostrarci che nell lato oscuro della vita, c’è la luce, o per lo meno, la leggerezza.
Tradotto da: Light Heart, Dark Humor…