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Cursed, Re Artù in salsa Disney

Sembra davvero difficile andare a toccare il ciclo arturiano in maniera decente, i pochi ad esservi riusciti decentemente sono la miniserie Le Nebbie di Avalon, forte di attrici del calibro di Anjelica Houston e Julianna Margulies e del materiale di origine, il romanzo omonimo di Marion Zimmer Bradley che forse è il romanzo definitivo per gli amanti del ciclo leggendario su Re Artù e i cavalieri della tavola Rotonda, Excalibur, nonostante i suoi difetti di scrittura, l’Ultima Legione (che riprende il mito di un Artù romano) e ovviamente I Monthy Python che invece ne hanno offerto una rilettura parodistica e dissacrante. Tutti gli altri hanno, a parere di chi scrive, mancato il bersaglio, e francamente Cursed non fa eccezione.

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CURSED (L TO R) KATHERINE LANGFORD come NIMUE, Bella… sembra vera.

Cursed segue Nimue, colei che diventerà La Dama del Lago, e le sue peripezie nel mondo storico-fantastico della Britannia post-romana. La serie si basa sul fumetto del più sopravvalutato degli scrittori contemporanei, ovvero Frank Miller, che dopo aver rovinato Sparta si è impegnato a banalizzare anche questo periodo storico.

E’ se è vero che la storia è una reinterpretazione della leggenda arturiana e che quindi non importa se molti dei protagonisti che nella leggenda dovrebbero occupare spazi ed ere differenti (Uther dovrebbe essere il padre di Artù, Nimue di una generazione precedente etc.) sono qui coevi e coetanei in allegro assembramento, il risultato lascia perplessi: la leggenda viene rimaneggiata pesantemente, il contesto destoricizzato, i costumi e le scenografie sono più adatte a Disneyworld che ad un film e il modo di recitare degli attori sembra uscire diritto diritto da un fiera di rievocazione medievale.

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Artù che invita Nimue al Ballo di Fine Anno

Insomma invece di evocare i secoli misteriosi precedenti la formazione dell’Inghilterra qui siamo davanti ad un potpourri fantasy un po’ kitsch che stiamo vedendo sempre più su Netflix che punta probabilmente più al pubblico pre-adolescenziale che, nonostante Miller, a quello adulto, lo stesso tentativo fatto con The Witcher.

Se vi piace il fantasy il nostro consiglio è quindi rivedervi The Witcher, oppure se volte condividerlo con i vostri figli… rivedetevi Merlin, è molto meglio e non ha pretese.

Constantine cancellato: ennesima débacle per la tv di genere su un grande network

Come abbiamo già scritto in passato, Constantine non sarà l’ideale per i fan del fumetto Hellblazer ma è meglio di niente. Purtroppo questo show sviluppato da David S. GoyerDaniel Cerone e interpretato da Matt Ryan (una delle poche cose buone dello show) nella parte del mago, ex punk, stregone, re del sarcasmo John Constantine, chiuderà i battenti, la NBC ha detto la parola fine alla serie.

Sin dall’inizio Constantine ha avuto problemi, con un pilota che ebbe una sterzata brusca nel finale a causa di un cambio di coprotagonista fra la prima e seconda puntata. Poi ha stabilmente e costantemente perso spettatori. Non c’è da stupirsi: come molti commentatori avevano notato, Constantine sembrava essere la versione cupa, angosciante e anche meno glamour di Supernatural. La NBC si aspettava forse un successo simile, ma non ha fatto i conti che show come Supernatural o Vampire Diaries fanno leva su un pubblico pressoché adolescente e sono estremamente più semplici e accattivanti. Constantine, nella sua versione banalizzata ed edulcorata dell’originale personaggio creato da Alan Moore, era un po’ troppo né carne né pesce. Una via di mezzo che non andava nella direzione commerciale voluta dalla NBC e neanche nella direzione cult che avrebbe potuto attrarre i tanti fan del fumetto.

Forse uno show come Constantine sarebbe stato meglio su un canale via cavo che su uno dei network principali, dove gli ascolti grossi vengono dai procedurali e dalle sitcom e dove il pubblico potrebbe non essere preparato a serie gotiche che non siano almeno un po’ glitterate, e forse questo potrebbe accadere, stando al tweet di Cerone:

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Quindi l’autore spera ancora in una salvezza dello show presso un altro canale. Io personalmente non sono più riuscito a seguirlo dopo la quarta, quinta puntata. Per me John Constantine è e rimane quintessenzialmente britannico, con tanto di case di Crowley, Hooligans posseduti, Ley Lines da difendere e la Londra misteriosa e sotterranea dal fascino innegabile.

Beowulf: adesso la serie tv

La ITV ha ordinato un dramma epico in 13 puntate ispirato al classico anglosassone Beowulf. La serie è descritta come una rivisitazione di uno degli più grandi e duraturi eroi della letteratura. Questa incarnazione di Beowulf è creata da  James Dormer di Strike Back e i dirigenti degli ITV Studios Tim Haines (Primeval) e Katie Newman (Primeval: New World).

La serie d’azione è ambientato nella mitica terra degli Shieldlands, un luogo fantastico e pericoloso, popolato da esseri umani e creature fantastiche (e qua già ci allontaniamo dal canone letterario). L’ambientazione vede il guerriero scandinavo eponimo che torna a Heorot a rendere omaggio al recentemente scomparso Hrothgar – l’uomo che lo ha cresciuto. Ma quando il palazzo è attaccato dal mostro terrificante Grendel, Beowulf deve cacciarlo, ottenendo al contempo il favore della nuova governante di Heorot, e della comunità. Insomma siamo lontani dall’orignale e facciamo un passo ulteriore più in la rispetto al già fantasioso Beowulf di Zemeckis, sceneggiato da Neil Gaiman e Avary. Insomma se non c’è la storia d’amore a quanto pare non si può investire in una storia…

Questa è la più recente di una serie di ambiziosi drammi storici che ITV ha commissionato. Nel mese di novembre, l’emittente ha ordinato  una serie in sei parti ambientata nel 1827 intitolata Frankenstein Chronicles interpretata da Sean Bean, così come la serie di azione e avventura ambientata negli anni ’30 Jekyll & Hyde.

Umorismo nero e leggerezza: l'uomo dietro la Famiglia Addams

La scena televisiva americana degli anni ’60 doveva essere un’interessante crogiolo di menti tanto geniali quanto eccentriche, una di queste apparteneva al creatore dei personaggi della celeberrima famiglia Addams:Charles Addams, un uomo tanto bizzarro quanto i persoanggi che disegnava.

Fumettista di punta del New Yorker dal 1930 al 1980, Charles Addams praticamente inventò l’umorismo nero in America. I suoi fumetti trovarono la vena comica che è all’incrocio tra il bizzarro e il quotidiano, con le persone comuni che rivelano tendenze ad un cupo esotico. Nel corso della sua vita, Addams ha illustrato 68 copertine per il New Yorker e ha contribuito a più di 1300 fumetti per la rivista, che ispirarono tutti, dal fumettista Far Side di Gary Larson al regista Tim Burton. Se le storie di scrittori come Dorothy Parker, Ogden Nash, e John Cheever sono la linfa vitale del New Yorker, i disegni di Addams ne sono stati il suo spirito.

La più famosa creazione di Charles Addams, La Famiglia Addams, rifletteva i valori americani in uno specchio deformante, mostrandone la paranoia, il buio ma anche la dolcezza della vita suburbana. La Famiglia Addams ha dato vita a due serie televisive, due cartoni animati, e due film di successo e le reincarnazioni continuano ad arrivare. In questo momento, c’è un musical del cartone animato a Broadway, e Tim Burton è in procinto di dirigerne una nuova versione cinematografica. Ma per quanto raccapriccianti, eccentrici, misteriosi e inquietanti i personaggi siano, non sono nulla a confronto di Charles Addams  stesso.

Nel suo periodo di massimo splendore, Charles Addams era una celebrità, il tipo di persona che tutti volevano conoscere. Alfred Hitchcock compì un pellegrinaggio fino alla porta di casa Addams, solo per cogliere uno scorcio del personaggio nel suo habitat naturale. Le leggende urbane vogliono che il disegnatore fosse un paziente abituale dei manicomi di New York, e che preferiva che i suoi martini fossero guarnite con bulbi oculari. E mentre molte delle storie di Addams erano sicuramente esagerate, non c’è dubbio che l’uomo aveva un debole per il particolare. Invece di un tavolino da caffè standard Addams usava un tavolo di imbalsamazione dell’era della guerra civile. Possedeva anche una collezione di antiche balestre sopra il suo divano e usava la pietra tombale di una giovane ragazza (“La Piccola Sarah,di soli tre anni”) come una tavolino per i suoi cocktail.

UN INFANZIA… FELICE

Con stranezze del genere, non si sarebbe immaginato che l’artista aveva avuto un’educazione del tutto normale. Charles Addams nacque il 7 GENNAIO 1912, a Westfield, New Jersey, l’unico figlio di un venditore di pianoforti. Era un bambino sorridente che si trasformò in un ragazzo sorridente,  amato con indulgenza dai suoi genitori e ben voluto dai suoi amici e compagni di classe. “So che sarebbe più interessante, forse, se avessi una terribile infanzia, incatenato a una trave di ferro e nutrito con cibo per cani tutti i giorni,” Addams una volta disse a un intervistatore. “Sono una di quelle strane persone che effettivamente hanno avuto un’infanzia felice.”

Eppure, il fascino Addams per il macabro iniziò presto nella vita. Fin da bambino, amava visitare i cimiteri. All’età di 8 anni, fu preso dalla polizia per aver fatto irruzione in una particolarmente spaventosa villa vittoriana vicino a casa sua. E quando l’America entrò nella prima guerra mondiale, Addams cominciò a disegnare immagini del Kaiser Guglielmo II accoltellato, sparato, investito da un treno, o bollito in olio.

NEW YORK

Il destino voleva che, mentre Addams era al liceo, il suo futuro datore di lavoro cominciava ad emergere. Il New Yorker pubblicò il suo primo volume nel 1925. All’inizio si presentava come una rivista settimanale dall’umorismo sofisticato, grazie soprattutto a illustrazioni e fumetti dai disegni eleganti. I sagaci fumetti divennero ben presto il segno distintivo della rivista, e Addams capì che voleva lavorare lì dal momento in cui ne vide la prima volta una copia.

Dopo il liceo, Addams si iscrisse a diversi college in cerca di un buon programma di arte. Alla fine si ritrovò alla Grand Central School of Art, arroccata in cima al Grand Central Terminal di Manhattan. Era ancora uno studente quando vendette la sua prima vignetta al New Yorker -un disegno non firmata di un lavavetri sospeso su un grattacielo. Era il 6 febbraio 1932 e Addams si beccò un assegno di $ 7,50.

Non era abbastanza per pagare le bollette, così Addams si procurò un lavoro di ritocco di raccapriccianti foto di scene del crimine per la rivista True Detective. Non era un lavoro glamour, ma permise all’artista di affinare il mestiere e il suo stile. Usando una tecnica di delicata sfumatura dell’inchiostro, Addams scoprì l’oro fumettistico al crocevia fra il morboso e il mondano, evidenziando allo stesso tempo la magia e l’orrore della vita di tutti i giorni. Nel mondo di Addams, un uomo apre il suo paracadute per scoprire che è stato fatto a maglia da sua moglie, e due amanti si fanno coccole al chiaro di luna sulle rive di uno stagno da cui spunta una pinna di squalo. In uno delle sue più famose strisce, una folla osserva un polpo trascinare un uomo sfortunato in un tombino. Un passante dice al suo amico: “Non ci vuole molto per raggruppare una folla a New York.”

Nel 1940, Addams era diventato un habitué del New Yorker, ciò gli permise di lasciare True Detective e concentrarsi a tempo pieno sui suoi disegni. Nello stesso anno, pubblicò il fumetto che avrebbe fatto di lui uno degli artisti più pagati e più utilizzati della rivista. In esso, uno sciatore lascia dietro di sé una serie di tracce che indicano che è appena passato attraverso un albero, invece di aver girato intorno ad esso. Il New Yorker dovette far fronte a più richieste di ristampa di quella immagine di ogni altra vignetta quell’anno. Due mesi dopo “Lo Sciatore”, Addams ricevette una lettera da una psicologa dell’Illinois, che gli disse che aveva usato l’immagine per determinare l’intelligenza degli adulti mentalmente disabili. Il dottore chiedeva ai suoi pazienti perché l’immagine era divertente, e se non lo capivano, lei determinava che la loro intelligenza era inferiore a quella di un bambino di 9 anni. Nel corso degli anni successivi, “Lo Sciatore” fu imitato e plagiato inesorabilmente. La gag fu anche utilizzata sul grande schermo nel film di Gianni e Pinotto del 1943 Avventura in Montagna.

SCIUPAFEMMINE

Man mano che la fama di Charles Addams continuò a crescere anche la sua vita sociale cambiò. Sviluppò rapidamente una reputazione di uomo di mondo, era risaputo che passava le serate fino a tarda notte nei migliori bar in compagnia di belle donne. Ma nel 1942, Addams incontrò una compaesana di Westfield di nome Barbara Day. Una donna statuaria con i capelli neri e la pelle pallida, Day sembrava molto simile a Morticia Addams, la matriarca dei suoi fumetti sulla famiglia Addams. Addams aveva disegnato Morticia per la prima volta quattro anni prima, così in Barbara aveva letteralmente trovato la donna dei suoi sogni. In poco tempo, la coppia si fidanzò.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nello stesso anno, Addams fu richiamato dall’esercito per prestare servizio nella seconda guerra mondiale. Fu assegnato al Corpo d’Armata Comunicazioni, il gruppo responsabile per la produzione di film e manifesti di propaganda, in cui si trovò circondato da artisti, sceneggiatori e colleghi fumettisti. Alla fine, la guerra fece ben poco per ostacolare la carriera di Addams, anzi. Intanto continuò a lavorare per il New Yorker, così come per altre riviste e agenzie pubblicitarie, trovando anche il tempo di vedere Barbara. Prima della fine della guerra, Addams e Day erano sposati, e il suo lavoro veniva mostrato al Metropolitan Museum of Art.

Addams e sua moglie cominciarono ben presto a vivere la vita glamour. Comprarono costose auto sportive, posavano per le illustrazioni dell’ Harper Bazaar e davano il tipo di feste di cui tutti parlavano. Troppe feste, forse. Dopo otto anni di matrimonio, la coppia si divise. Lei voleva i bambini, lui no. Essenzialmente lui stesso un bambino, Addams era reticente a diventare padre. Inoltre, la sua tendenza ad essere un donnaiolo non si era fermata all’altare.

Focus sulla Famiglia

Mentre il matrimonio di Addams andava spegnendosi nella vita reale, la sua striscia a fumetti sulla famiglia si stava espandendo. Morticia era entrata nel mondo nel 1938. Quattro anni più tardi, aveva ottenuto un marito, Gomez, un uomo tozzo e brutto con un naso schiacciato. Gomez era una dichiarazione politica; Addams, un devoto democratico, aveva basato il personaggio su Thomas E. Dewey futuro governatore repubblicano di New York.

La famiglia Addams aggiungeva un figlio, Pugsley, l’anno successivo, che veniva presentato nell’atto di costruire una bara per un compito in classe. La figlia Mercoledì arrivò subito dopo, presentata nel tentativo di avvelenare il fratello. L’ultimo a prendere il suo posto fu lo zio Fester, che apparve la prima volta nei panni di un sinistro uomo calvo tra il pubblico di una sala cinematografica, Fester rideva mentre tutti intorno a lui piangevano. Zio Fester, Addams poi rivelò, fu il personaggio al quale più l’autore si sentiva legato.

Sulla pagina, i personaggi della famiglia Addams erano nettamente peggiori rispetto ai loro omologhi televisivi. In un disegno di Natale del  New Yorker del 1946, la famiglia si vede sul tetto del suo palazzo vittoriano fatiscente, intenta a rovesciare una pentola di olio bollente sui gruppi di cantanti di inni natalizi di sotto. I lettori amarono così tanto la vignetta che questa fu stampata su delle cartoline di Natale.

Nel 1950, La Famiglia Addams era diventata così popolare che aveva generato una linea di merchandising, tra cui sciarpe di seta e stoviglie. Ma stranamente, i personaggi non ebbero nomi fino al 1963, quando la serie fu trasformata in uno show televisivo. Nella fretta di nominarli, Addams stava per chiamare Pugsley, Pubert (“Pubertà”), ma all’ultimo momento decise che il nome era troppo rozzo.

La transizione de La famiglia Addams in TV non fu facile. In realtà, stava per non accadere affatto a causa della seconda moglie di Addams, Barbara ‘Barb’. Addams e Barb si erano sposati nel 1954, e il matrimonio era stato un disastro fin dall’inizio. L’attrazione era chiara: Barb sembrava ancora più simile a Morticia di Barbara Day. (Aveva anche fatto una plastica al naso per assomigliare al personaggio). Ma si trattava di una donna instabile e aggressiva che una volta aggredì il marito con una lancia africana. Era anche un avvocato e utilizzò le sue competenze giuridiche per costringere Addams a cedere i diritti di molti dei suoi fumetti. La coppia divorziò due anni dopo il loro matrimonio, Barb aveva però il controllo completo dei diritti della famiglia Addams e mise in fase di stallo la produzione nello show televisivo fino a quando i produttori concordarono di darle più soldi.

Quando la serie finalmente debuttò sulla ABC nel 1964, Charles Addams non era fra i fan. Amava la sigla, ma si lamentava che la famiglia non era “malvagia neanche la metà” dei suoi personaggi originali. Eppure, il pubblico americano la adorò, e il programma portò un nuovo livello di fama e fortuna a Addams. Generando altro merchandise, tra cui gomma da masticare e giochi da tavolo.

Nonostante il suo successo commerciale, La famiglia Addams fu improvvisamente cancellata nel 1966. Improvvisamente, Addams si trovò senza una parte significativa del suo reddito. In quel periodo Addams usciva con Jackie Kennedy che però lo lasciò proprio con l’interruzione dello show. A peggiorare le cose, La famiglia Addams era anche sparita dalle pagine del New Yorker. Gli editori avevano deciso che una volta che la famiglia era in televisione, non poteva più essere in stampa. Addams mantenne Gomez e compagnia vivi attraverso varie campagne pubblicitarie, ma come un biografo ha affermato, rimase profondamente amareggiato nei confronti della rivista per l’aver rinnegato la sua famiglia.

LA MORTE

 

 

 

 

 

 

 

Fino agli anni ’80, Addams continuò a guadagnare come artista freelance, vendendo il suo lavoro per riviste e gallerie. Anche dopo cinque decenni di fumetti la sua mano non dava segno di rallentamento. Ancora amava, pur non guidandole più, le macchine veloci e ancora amava la compagnia delle belle donne. Nel 1980 sposò la sua fidanzata di lunga data, Marilyn “Tee” Miller. Il matrimonio si tenne in un cimitero degli animali, dove la sposa era vestita di nero, così come le damigelle.

Charles Addams morì il 29 settembre del 1988, all’età di 76 per un attacco di cuore mentre era seduto nella sua auto parcheggiata. Sua moglie ha detto al New York Times, “E ‘sempre stato un appassionato di auto, quindi è stato un bel modo di andarsene.”

Naturalmente, questo non fu certo la fine per Addams. I suoi cartoni animati vivono, in gran parte perché attingono a qualcosa di profondo nella psiche americana. Le persone si identificavano e ancora lo fanno al fascino di Addams per il lato oscuro dell’umanità. Come ha scritto la sua biografa Linda Davis, “I suoi cartoni animati, a differenza di quelli di tanti altri fumettisti, erano per la maggior parte senza tempo e trattavano temi universali. Sono ancora divertenti oggi; li capiamo ancora oggi. “Infatti, Addams si ispirò alle sue paure- paura del matrimonio, i timori sull’alienazione, paura della morte, per mostrarci che nell lato oscuro della vita, c’è la luce, o per lo meno, la leggerezza.

Tradotto da: Light Heart, Dark Humor…

WOW! Batman: la serie completa del '66 finalmente in DVD

Da sempre il Batman del 1966 interpretato da Adam West è stato considerato un momento iconico per il personaggio DC ma anche una bizzarria che sembra uscire del tutto dalla tradizione del personaggio.
Pur avendo aiutato a definire Batman come una delle più popolari figure dell’immaginario supereroistico moderno, la serie anni ’60, con i suoi ‘pow’, ‘slam’, ‘crash’, fumettisticamente superimposti alle immagini, i suoi colori sgargianti, la sua ironia kitsch e ammiccante si impone come un esempio di rara irriverenza.
Chi ama il Cavaliere Oscuro di Nolan, un po’ psicopatico e cupo, oppure quello più violento e fascistoide di Miller, non apprezzerà la gioia psichedelica e clownesca dello show della ABC, ma tutti gli altri amano il Batman di Adam West, poiché gli autori dovendo fare un telefilm per ragazzi finirono con fare una specie di B- movie lungo tre anni, con azione, pinup fantastiche, cattivi memorabili (Eggman di Vincent Price chi se lo ricorda?) e battute autoironiche. Fu come se Batman fosse reinterpretato da Tarantino o dalla Troma in un impossibile quanto immaginario mashup temporale.
Adesso un grande torto fatto a questa serie sta per essere rettificato. La Warner ha finalmente prodotto un megacofanetto di 18 dvd con tutta la serie completa e contenuti speciali. Per il momento è solo in inglese con sottotitoli in inglese, francese e spagnolo, ma questo lascia ben sperare per un’eventuale futura edizione italiana. Il prezzo di Batman: the complete television series si aggira intorno ai 150 euro ed è acquistabile qui, non è proprio un acquisto a buon mercato, ma si tratta del documento al momento più completo sulla triennale epopea di West, Burt Ward e Ivonne Craig.
Vi lascio con la versione più bella mai fatta della sigla classica, nanananananana Baaatman! You’re welcome.

Le Streghe in TV: gioie e dolori

Qualche giorno fa sul blog TheMarySue, un sito dedicato al mondo dei fumetti, gaming e cultura pop, è apparso questo articolo dal titolo Television, Toil and Trouble: The Witches Of TV, che propone una serie di riflessioni sulla figura della strega nel mondo delle serie tv. L’articolo è sicuramente parziale e a tratti anche discutibile, ma è una preziosa occasione di riflessione sull’ennesimo approccio alla rappresentazione della figura femminile e relativi stereotipi. L’abbiamo tradotto per voi (si ringrazia Flavia Wolfrider per la traduzione).

Chiudete gli occhi e immaginate una strega. Probabilmente vedrete una di queste due immagini: una vecchia signora rugosa e rinsecchita vestita di nero o Willow Rosenberg. Le favole e un classico della letteratura, The Wonderful Wizard of Oz (1900), forniscono il modello di strega vecchia e secca che cavalca una scopa; il secondo stereotipo invece propone il modello di strega bella e buona, anche se il modello della strega cattiva è ancora molto diffuso nell’immaginario comune perché è così che le streghe sono state immaginate per secoli dalle masse. (Vi ricordate tutti della strega verde ottenuto con il technicolor della versione cinematografica de Il Mago di Oz).

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Papa Gregorio IX autorizzò l’esecuzione delle streghe nel 1200 e la loro sorte non è migliorata da allora. Paura e odio hanno portato con sè l’inevitabile associazione con le caratteristiche fisiche poco gradite.
Ora, se si va sul sito web Party City’s (un sito specializzato in abbigliamento e addobbi per Halloween) e si cerca la parola “strega” si trovano, tra le tante, la “Neon Witch”, la “Kandy Korn Witch” e la “Purple Carousel Witch”, tutti costumi proposti con un modello di donna giovane e in forma. Ora non sono qui a dire che è male proporre simili costumi, alcuni sono veramente carini anche se il nome sembra ridicolo, ma l’unica cosa che hanno in comune è un cappello a punta, e questo ci riporta alla domanda iniziale: come ci immaginiamo una strega?
Per la risposta mi rivolgo alla televisione. In questo articolo mi riferirò solo alle opere con personaggi in carne ed ossa di serie TV che appaiono in prima serata, perché se includessi le serie animate e i programmi per bambini il capmo sarebbe troppo vasto.
Le streghe erano “fiche” in TV nel 1964 con l’uscita delle serie “Bewitched” (Vita da Strega) e “The Addams Family” (La Famiglia Addams) derivate dalla popolarità del film Bell, Book and Candle (Una Strega in Paradiso). Questi erano tra i primi piccoli ritratti televisivi, ognuno dei quali cercava di scardinare l’assunto che le streghe vivono da sole nei loro castelli, proiettando le loro eroine nella vita domestica. “Bewitched” si è spinta oltre vestendo Samantha da casalinga e facendo sfatare la nozione del cappello a punta nell’episodio pilota dallo stesso personaggio principale.

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La madre di Samantha è anche lei una strega che, anche mantenendo uno standard televisivo di vecchio tipo, non si rifà all’immagine classica e stereotipata della strega.
Le donne con poteri magici hanno vissuto una specie di battuta d’arresto con l’episodio di Star Trek “Il Gatto Nero” del 1967. L’equipaggio visita un pianeta dove gli alieni usano la stregoneria per trasformarsi in cose che pensano facciano più paura agli umani. La prima cosa che fa paura è un trio di vecchie ghignanti che ricordano il Macbeth. Questo episodio di Halloween, andato in onda per la prima volta il 27 ottobre 1967, porta poi il nostro intrepido equipaggio in un castello da brividi abitato da un uomo e da una donna, entrambi adepti del controllo mentale. E’ la donna ad essere il vero cattivo della storia ed è definita strega, lei è anche la donna furba e sensuale che cambia aspetto per sedurre Kirk e che lo attacca quando lui la rifiuta e per finire si trasforma in una gatta gigante, uno dei tanti stereotipi di donne sensuali ma infide.

“Mistero in Galleria” ha prodotto, nel 1971, un episodio dal titolo “Witches’ Feast” che rigurgita il solito trio urlante di vecchie streghe dal naso adunco. Di fatto per un periodo la commedia supera il confine del personaggio tradizionale di strega rispetto alla fantascienza, e meno male!

Oggi, quando i fans del genere delle serie TV pensano alle streghe è più probabile che pensino a donne giovani che si possono incontrare quotidianamente, come Willow, il personaggio già citato di “Buffy the Vampire Slayer“, o le sorelle Halliwell di “Charmed” (Streghe), pensano a “Sabrina the Teenage Witch” (Sabrina, Vita da Strega), a Katrina di “Sleepy Hollow“, o per gli amanti della storia, ai personaggi di “Salem“. [l’autrice del pezzo dimentica Bonnie Bennett di “The Vampire Diaries”, a Davina Claire o Sophie Deveraux, di “The Originals” e penso che gli adolescenti e non solo oggi pensano subito a queste tre streghe ndt]. Serie come queste hanno notevolmente trasformato l’immaginario delle favole per bambini. Phoebe critica la rappresentazione della strega come “vecchia dal naso adunco” nella cultura di massa in un episodio di “Charmed” (Streghe) della terza stagione e Willow fa notare più di una volta quanto odia gli stereotipi delle streghe.

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Chiedere ad una persona moderna che aspetto ha una strega è come chiedere che aspetto ha una persona omosessuale: semplicemente hanno l’aspetto di persone. Ma nonostante il sentire comune moderno, è difficile ignorare che la maggior parte delle streghe della TV oggi ha dei canoni ben definiti per il loro aspetto fisico, tranne rare eccezioni, che le vogliono spudoratamente giovani, femmine, bianche [con l’eccezione delle streghe di The Vampire Diaries e di The Originals ndt], magre, eterosessuali (con le sole eccezioni di Willow e Tara) e sexy in modo convenzionale.

Quando ero giovane e mia madre si specchiava senza trucco esclamava: “Sembro una strega!”, allora strega era sinonimo di “brutta” e brutta a sua volta significava “cattiva”, non solo per le streghe, ma per tutti i personaggi della cultura di massa, specie per le donne. Le streghe come protagoniste, quelle con cui si suppone dobbiamo simpatizzare, devono essere belle. Allora abbiamo solo scambiato uno stereotipo con un altro?
Storicamente l’immagine della strega non era legata soltanto alla bruttezza ma anche alla vecchiaia. Nelle favole per bambini “vecchio” e “brutto” erano di fatto inseparabili. L’associazione con l’anzianità deriva dall’aspetto della triplice dea di anziana (befana). Giovane, Madre e Anziana sono i tre aspetti del divino femminino venerato da molti Neopagani e da altre pratiche spirituali basate sulla natura. L’anziana indica l’invecchiare, non come si intende spesso oggi nella sua accezione negativa, ma nella sua accezione di conoscenza e sapienza. L’energia dell’anziana ricorda il cambio autunnale delle foglie, la luna calante e la morte, ma non la cattiveria. La morte e l’anzianità possono spaventare noi miseri umani e vengono per questo catalogati come “male”.

Nella cultura popolare “anziana” è un termine relativo che significa spesso “più anziana dell’eroina”. (Margaret Hamilton aveva solo 37 anni quando ha recitato la parte della strega cattiva). Inoltre la televisione contemporanea ha un modo di schiacciare i tre aspetti, giovane, madre e anziana, in una stretta scala di età. In Once Upon a Time per esempio, la serie inizia con l’introdurre un trio: Emma, Biancaneve e la regina cattiva, e Biancaneve dice: “null’altro che una strega cattiva” la cui età spazia di non più di una decade grazie ad una maledizione che congela nel tempo alcuni personaggi.
Charmed (Streghe) rappresenta il trio con tre sorelle dove Prue incarna l’anziana, Piper, col suo carattere che dona sostegno, la madre e Phoebe con la sua caparbietà, la giovane. I ruoli diventano meno chiari con l’arrivo di Paige al posto di Prue.

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Più di recente “American Horror Story: Coven” spalma le età delle tre donne interconnesse in un continuum più ampio e associa anche l’età con la bellezza, una forza trainante per il personaggio dell’anziana Fiona Goode. Jessica Lange sembra stare molto bene a 65 anni ma il suo personaggio è molto più anziano, sempre in lotta in modo ossessivo con l’avanzare dell’età mediante l’uso di un siero non testato. Il suo personaggio può sembrare affascinante ma è più cattivo di quanto sembra perché è in realtà molto più vecchio di quanto sembra. Di nuovo: Anziano=brutto=malvagio.

Lafayette di True Blood è degno di nota anche se non è chiaramente definito come strega, ma è un medium che può usare la magia. E’ anche un nero gay e così abbatte diversi stereotipi in un colpo solo. Ci sono anche streghe maschi in The Vampire Diaries ma non seguo queste serie televisive pertanto sentitevi liberi di esprimere le vostre considerazioni in merito nello spazio dei commenti.

Il problema delle streghe nella fiction è molto più complicato di ciò che può sembrare perché le streghe esistono davvero al contrario di lupi mannari e vampiri, per esempio. Esistono delle persone che praticano l’Arte della magia e della stregoneria, o che seguono la religione della Wicca. Charmed (Streghe) ha provato a far conoscere l’esistenza di tali persone alle masse nell’episodio pilota dove vengono uccisi dei Wiccan. Questo episodio introduce a tutti gli spettatori la “Wiccan rede” e alla pronuncia corretta della parola “athame”, ma nonostante questo non c’è molto che esalti la diversità dato che le streghe reali esistono come diversi tipi di persone, di diverso peso, taglia, età, etnia e capacità. Rappresentare le streghe in modo così ristretto come si fa nella serie TV “Streghe” non è diverso dal rappresentare così ogni altro gruppo sociale.

Fool Me Once

Però almeno non esiste più un codice di abbigliamento. I cappelli conici sembrano essere diventati di moda per i praticanti dell’Europa occidentale medievale e sono diventati anche fonte di molte favole tradizionali e questo rende comprensibile l’immaginario che ne è seguito. Lo scorso Halloween, Slate ha scritto un articolo sulle possibili origini di questo tipo di cappello. Molte streghe di oggi comunque possono anche usare tuniche e cappelli conici nei rituali ma molto probabilmente non aspettano l’autobus vestiti così e perciò è un bene che molte streghe della TV si vestano con abiti ordinari da tutti i giorni. Per Halloween quindi sentitevi libere/i di vestirvi da strega Kandy Korn o da Elphaba o da qualsiasi altra cosa tra le due. Vestitevi come vi vestite per andare a lavorare e dite a tutti “sono una strega” perché nella realtà una strega può vestirsi come meglio lei o lui vuole!

Kristina scrive blog su pilota di serie TV e ha contribuito ad altre pubblicazioni su televisione, video giochi, musica e arte. Ha una laurea umanistica in sceneggiatura (writing performance) e twitta su “meek the geek”.

Flavia Wolfrider è un’artista, tatuatrice, musicista e studiosa delle antiche spiritualità. Gestisce il blog Gea-Draconia ed ha scritto diverse pubblicazioni sull’esoterismo, magia, archeologia, astrologia e vie spirituali. Qui potete trovare la sua pagina facebook.

 

 

Lumen: provaci ancora Spielberg

Lumen è un nuovo progetto per la televisione di Steven Spielberg. Si tratta di una serie tv epic fantasy della Amblin TV per conto delle TNT. Certo Spielberg non è ancora riuscito a lasciare un segno importante nel mondo delle serie tv, a parte il sottovalutato Terra Nova e il buon Salvate il Soldato Ryan a Puntate Band of Brothers, sia Falling Skies che Under the Dome sono delle serie che pur ricevendo solidi ascolti non sono certo memorabili, Extant poi rasenta il ridicolo. Infatti il nostro caro produttore tende a trasformare qualsiasi cosa in un dramma familiare con dinamiche relazionali piuttosto scontate condite da una specie di ossessione per i rapporti familiari.

Adesso, insieme a Chris Black (produttore che ha anche lavorato a Mad Men) e Joe Johnston, regista solido con alle spalle una lunga collaborazione con Spielberg che risale alla trilogia di Indiana Jones, sta lavorando a questa nuova serie tv che si intitolerà Lumen. Lumen si incentra su un famoso autore di best seller fantasy che sparisce misteriosamente. Una famiglia di 4 persone (e te pareva) si ritrova trasportata nel mistico mondo alternativo che ha ispirato il suo lavoro. In questa dimensione fantastica il gruppo familiare viene coinvolto in una battaglia che infuria tra forze magiche rivali, una battaglia fra luce e buio. Tra pericoli e avventure, la famiglia deve risolvere un complicato mistero e scoprire segreti incredibili nel tentativo di tornare a casa. Speriamo bene…

 

 

Le serie TV sono i nuovi fumetti? (… e il nuovo cinema?)

Il fenomeno è ormai difficile da ignorare: Arrow, Flash, Constantine, Gotham, in preparazione abbiamo Supergirl (si spera che non abbia le fattezze anoressiche del fumetto) e il nuovo progetto Titans per quel che riguarda la DC, mentre abbiamo MARVEL Agents of SHIELD , Daredevil, Luke Cage e Agent Carter per la Marvel, per non parlare di altre serie tratte da fumetti pubblicati da altre case editrici minori, uno su tutti… the Walking Dead. La tv, che aveva incrociato le sue strade con i fumetti con moderazione in passato, ricordiamo gli storici Batman, Hulk e Wonder Woman e più recentemente Smallville, sta per essere invasa dagli eroi in costume che hanno accompagnato l’infanzia e in qualche caso anche l’adolescenza di alcuni di noi, anzi tale invasione è bella che incominciata.

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I FUMETTI AL CINEMA
Ma cosa è cambiato negli ultimi anni? Quali potrebbero essere le ragioni di questa scelta dei network di dare più spazio ai supereroi in tv?
I motivi potrebbero essere tanti, uno per cominciare è sicuramente il successo cinematografico sempre maggiore dei franchise come I Vendicatori, Iron Man, il consolidato Batman, X-Men, Thor, Capitan America, L’uomo Ragno ecc., che non solo hanno allargato l’audience di questo genere ma anche attratto attori, registi e sceneggiatori di una certa qualità, andando senza dubbio a migliorare il livello dei film di supereroi. Whedon, Nolan, Snyder sono solo alcuni esempi ma la lista è lunga.
La tendenza poi è stata di passare, al cinema, da semplici trilogie a veri e propri intrecci e crossover (Vendicatori, Thor, Capitan America) che addirittura si intersecano con le serie tv (Agents of SHIELD è un esempio classico), si utilizzano archi narrativi famosi (X-men Days of the Future Past) o in altri casi in veri e propri reboot, più o meno riusciti, come  nel caso de L’uomo Ragno o Superman.
Insomma anche in video si cominciano a sviluppare le stesse tecniche narrative che si sono sperimentate sulla carta stampata.

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BAMBINI CRESCIUTI
Forse l’anagrafica centra, molti degli attuali produttori e showrunner sono stati grandi consumatori di fumetti negli anni ’60 e ’70 e così come anche il segmento anagrafico che gli inserzionisti pubblicitari sembrano prediligere, ovvero i 40enni. L’altro segmento anagrafico è proprio quello degli adolescenti che, si sa, sono i destinatari ufficiali delle storie di eroi e eroine in costume. Raggiungere padri e figli con un unico prodotto utilizzando una studiata tempistica generazionale avrebbe senso. Tale eventuale strategia potrebbe giustificare l’invasione dei fumetti che la tv sta sperimentando e risponderebbe alla domanda perché tanti e perché proprio ora?

CONCENTRAZIONE EDITORIALE
Un’altra risposta a questa domanda potrebbe essere che proprio il successo cinematografico ha spinto investitori a credere in progetti che negli anni ’90 venivano accantonati. Disney e Warner hanno comprato praticamente il comprabile e possono fare soldi dal cinema, dal merchandising e dagli show che possono sia produrre che distribuire. Non sarà sfuggito a nessuno quell’enorme intreccio commerciale fra telefilm e fumetti e orgia consumistica che sono diventate le convention come il Comic-Con. Certo non vi è dubbio che stiamo anche vivendo una seconda età dell’oro delle serie tv e spesso le sceneggiature e i soggetti interessanti si fa fatica a trovarne. I fumetti sono una delle fonti narrative più ricche e variegate degli ultimi 50 anni, una vera e propria miniera di storie inesplorate, quindi… Battiamo il ferro finché è caldo e gratis per noi… sembrano pensare i pezzi grossi di Warner e Disney che possiedono i diritti dei personaggi.

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Un’ultima considerazione: in un mondo complesso diviene sempre più difficile narrare in un’ora e mezza o due una storia. Quindi le storie cominciano a strabordare, diventano ergodiche, rispondendo all’esigenza di attrarre pubblico che vuole essere intrattenuto in fretta ma può permettersi di approfondire tutto (vedi internet), in altre parole le serie tv stanno diventando sempre più dei lunghissimi film, perdendo la caratterizzazione episodica, mentre il cinema sta sempre più serializzandosi.
In quanto appassionati di telefilm, la cosa non ci dispiace, anzi la troviamo bella e interessante, speriamo solo che si evitino gli errori fatti nell’universo narrativo del fumetto, in cui un’eccessiva ricerca del cliffhanger, della vendita e della spettacolarizzazione hanno portato a confondere, intrecciare, uccidere e resuscitare, sdoppiare, multiversare all’eccesso, facendo perdere alle storie e ai personaggi la loro bellezza e interesse. Speriamo non sia così per gli show in tv e che riescano a imparare dagli errori del passato per regalarci altre belle storie nel futuro.

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The Living and the Dead: serie tv BBC dai creatori di Life on Mars

Dai creatori di Life On Mars, Ashley Pharoah e Matthew Graham, arriva questo nuovo progetto coprodotto da BBC America e BBC Wales. Si tratta di The Living and the Dead, una serie tv in sei episodi che vedrà la vita probabilmente l’anno prossimo.
The living and the Dead è ambientato nella campagna inglese nel 1888, segue le vicissitudini di Nathan Appleby, un gentiluomo che ha dovuto, suo malgrado, curare gli interessi della fattoria di famiglia ma che è attratto dal comprovare l’esistenza di una vita dopo la morte.
Iscritto e incoraggiato nei suoi studi dalla Society for Psychical Research, Appleby comincia ad indagare fenomeni paranormali, case stregate e luoghi dove si siano avvistati fantasmi per arrivare a risolvere questo mistero che locossessiona. Ma man mano che le sue ricerche lo portano a confrontarsi con fenomeni sempre più frequenti e paurosi Nathan comincia a vedere cose che lo turbano e che non possono semplicemente essere frutto della sua immaginazione. Insomma un ghostbuster di fine ’800 che potrebbe rivelarsi un bella serie gotica, speriamo non tropo lenta però. Restate sintonizzati.

La guida completa a tutte le serie tv sci-fi e fantasy di questo autunno

L’autunno 2014 sarà l’autunno dei fumetti in tv: fra Gotham, The Flash, Constantine e Arrow i personaggi cooptati dalle pagine dei giornaletti (così li chiamavamo all’epoca) la fanno da padrone.

Vediamo nel dettaglio tutte le serie tv da vedere di stampa US/UK che verranno trasmesse questo autunno e relative date di inizio.

AGOSTO

Outlander (già debuttato, Starz)

Il ritorno di Ron D. Moore alla televisione. Sulla base dei libri di Diana Gabaldon, Outlander segue un’infermiera della seconda guerra mondiale che si ritrova nella Scozia del XVIII secolo. Ne abbiamo parlato già qui, serie caldamente consigliata, sarà probabilmente una delle rivelazioni del prossimo futuro.

Bojack Horseman (22 agosto, Netflix)

Nuova serie animata della Netflix con protagonista la voce di Will Arnett nella parte di Bojack Horseman, una amata star delle sitcom che ora è un attora bollito, stanco e mugugnante che vive ad Hollywood e non riesce a combinare molto tutto il giorno.

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Doctor Who (23 agosto, BBC One)

Siamo al dodicesimo Dottore impersonato dall’atteso Peter Capaldi. Neil Gaiman, che ha visto la serie in anteprima ha avuto parole entusiastiche, ma il caro vecchio Neil è di parte. Il nuovo Doctor Who si preannuncia comunque più intenso, cupo e… con i dinosauri, che volete di più dal decano delle serie tv scifi?

Intruders (23 agosto, BBC America)

Intruders sembra essere il progetto più misterioso in cantina, e la BBC America sta raramente deludendo. Gli Intruders sono  un’antica razza aliena, divenuta vero e proprio culto, che può vivere per sempre possedendo corpi umani, ma a complicare le cose c’è anche un intricato sistema di numeri e codici basato su oggetti e identificatori casuali, sembra un po’ l’Invasione degli Ultracorpi. Una serie tutta da scoprire che si avvale un ottimo cast: Mira Sorvino, John Simm (Life on Mars, Doctor Who), James Frain (True Blood) e Tory Kittles (True Detective).

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SETTEMBRE

(Houdini, 1 settembre, History Channel)

Adrian Brody con tanto di catene e camicie di forza cerca di ricreare l’ascesa di Harry Houdini alla fama nella miniserie di 2 parti (4 h totale) dell’History Channel.

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Utopia (7 settembre, Fox)

Un reality dove un gruppo di sconosciuti vengono messi insieme con il compito di costruire la propria utopia.

Haven (11 settembre, Syfy)

Una serie che nonostante abbia un profilo basso è arrivata alla quinta stagione. Tratta inizialmente da un racconto di Stephen King, Haven ha saputo costruire, fra un qualche stravolgimento della trama e l’altro di troppo, una solida base di fan grazie soprattutto all’ottima alchimia tra i tre protagonisti interpretati da Emily Rose, Lucas Bryant and Eric Balfour. Per approfondimenti vedete anche qui.

Z Nation (12 settembre, Syfy)

Siccome stavamo scarsi a zombie la syfy ha pensato di dare il proprio contributo: Z Nation seguirà un gruppo di sopravvissuti che tentano di scortare “la cura” attraverso un’America popolata da zombie. Ecco la sinossi ufficiale: “tre anni sono passati da quando il virus zombie ha distrutto il paese, e una squadra di eroi improvvisati deve trasportare l’unico superstite della peste da New York alla California, dove l’ultimo laboratorio virale è ancora in funzione aspetta il sangue. Sebbene gli anticorpi che trasportano sono l’ultima speranza del mondo per un vaccino, c’è un oscuro segreto che li minaccia. Con la sopravvivenza del genere umano in gioco, questo gruppo sgangherato si imbarca in un viaggio di sopravvivenza attraverso 3000 miglia di un’arrugginita post-apocalittica America “. Detta così, sembra interessante, una serie tv da vedere.

Tim & Eric’s Bedtime Stories (Sept.18, Adult Swim)

Tim Heidecker e Eric Wareheim sono un duo di comici che hanno deciso di proporre al canale Adult Swim una serie di sketch a metà fra l’assurdo e il pulp di Ai Confini della Realtà, peccato davvero non averne una versione in italiano.

Mr. Pickles (21 settembre, Adult Swim)

Mr. Pickles è un border collie che sembra seguire la lunga tradizione di cani e animali nei cartoni animati. Ma Mr. Pickles non è affatto un cartone per bambini, il collie è anche il leader di un culto satanico. Splatter e orrore a go-go in un cartone animato grandguignolesco. Date un’occhiata al pilota se vi interessa il genere:

Gotham (22 settembre, Fox)

Bruce Wayne prima di essere Batman, Gotham prima di essere la città dell’uomo pipistrello. in strada a combattere il crimine un giovane Jim Gordon. Un sequel molto atteso, altre info le leggete qui.

Sleepy Hollow (22 settembre, Fox)

Ispirato al film di Tim Burton (ed al celeberrimo classico della letteratura americana scritto dal Washington Irving), Sleepy Hollow immagina Ichabod Crane, eroe della guerra di Indipendenza, proiettato nel nostro presente alle prese con in soprannaturali nemici, decapitati o meno, di sempre. Che cosa accadrà al nostro caro, dolce Ichabod? Alla fine della  prima stagione è stato imprigionato in una bara, presumibilmente per sempre. Inoltre, Abbie è bloccata in purgatorio! Jenny potrebbe essere morta! Tutti i nostri personaggi preferiti sono in pericolo! E ‘molto, molto crudele a lasciarci appesi in questo modo.

Forever (22 settembre, ABC)

Questo telefilm parla un medico immortale che lavora con la polizia di New York per risolvere i crimini. Ovviamente oltre a studiare casi da medico patologo della polizia, il Dott. Morgan, interpretato da Ioan Gruffudd, cerca di svelare il mistero che lo ha reso immortale.

MARVEL Agents of SHIELD (23 settembre, ABC)

La serie Marvel Agents of SHIELD è praticamente uno spinoff dei Vendicatori gestita da Joss Whedon e ha faticato a trovare il passo durante la prima stagione, inoltre dovrà riorganizzarsi dopo tutta lo sconvolgimento Hydra. Speriamo in una seconda stagione in cui l’agente Coulson e i suoi sapranno intrattenerci, le potenzialità ci sono tutte, soprattutto con l’inserimento di Lucy Lawless al cast.

Person of Interest (23 settembre, CBS)

Person of Interest è ormai un’istituzione arrivata alla quarta stagione. Dalle premesse alla Philip K. Dick, una macchina che può prevedere futuri crimini e potenziali criminali, ormai si è passati ad uno show che nella stagione che sta per cominciare avrà storie e personaggi completamente rinnovati.

South Park (24 settembre, Comedy Central)

Uno show che non ha bisogno di presentazioni e le cui sinossi risulterebbero ridicole, come si può spiegare che nella puntata sulla sindrome di Asperger i protagonisti stabiliscono una vincente impresa commerciale il cui segreto è infilarsi gli hamburger nel didietro per dargli un nonsoché, il tutto perché si confondono fra la parola Aspergher e Ass-Burger..?

Once Upon A Time (28 settembre, ABC)

Io personalmente mi sono un po’ perso ed ho smesso di seguirla. Troppi personaggi e troppe trame intrecciate che mi confondono ed in ultima analisi mi annoiano, ma Once Upon a Time, con l’aggiunta delle principesse Disney di Frozen dalla prossima stagione, continua ad essere un successo.

Resurrection (28 settembre, ABC)

La seconda stagione della serie che si vede anche su RAI2. Jacob Langston, un bambino di otto anni, viene ritrovato in un’area rurale cinese. Inizialmente il bambino fatica a ricordare la sua identità, ma in seguito ritrova la memoria: dichiara di essere americano e di vivere con i suoi genitori nella città di Arcadia. Quando l’agente J. Martin Bellamy lo riporta negli Stati Uniti, Jacob identifica i suoi genitori in Harold e Lucille Langston, un’anziana coppia che dichiara di aver perso il figlio trent’anni prima, morto a causa di un annegamento. La madre crede nel miracolo, mentre il padre è più propenso a pensare ad una sorta di tentativo di truffa. Lo sceriffo Fred, il quale ha perso la moglie nello stesso incidente in cui è morto Jacob, inizia ad indagare, mentre altre persone decedute iniziano a riapparire in città.

OTTOBRE

The Vampire Diaries (2 ottobre, The CW)

La prossima stagione di  Vampire Diaries risponderà ad alcune domande irrisolte: Elena riuscirà a fare pace con i propri sentimenti? Quali cattivi ci aspettano? Che succederà agli Originali? Ora che hanno uno show tutto loro si levano di mezzo? A quante feste andranno e come saranno vestiti? Insomma tutti interrogativi vitali.

The Originals (6 ottobre, The CW)

Cosa succederà ora che i lupi mannari controllano New Orleans? The Originals torna con un nuovo status quo, nuove debolezze per Klaus, e una manciata di nuovi membri del cast, tra cui Colin Woodell da Devious Maids e  Daniel Sharman di Teen Wolf.

 The Flash (7 ottobre, The CW)

Un’altra delle serie più attese dalla comunità nerd: Barry Allen da Arrow riesce ad ottenere il suo spinoff. Seguiremo presto le avventure dell’uomo più veloce del mondo. Un’altra serie tv da vedere.

Supernatural (7 ottobre, The CW)

All’inizio della decima stagione di Supernatural, Dean è ormai un demone, con un’anima contorta piuttosto che semplicemente posseduta. Ma come sarà il rapporto fra i fratelli adesso?

Arrow (8 ottobre, The CW)

La stagione 3 vede l’aggiunta di Brandon Routh nei panni di Ray “The Atom” Palmer e del grande cattivo di Batman di Ra Al Ghul come nemico della stagione. Ma soprattutto, possono Ollie e Felicity sopravvivere al loro primo appuntamento?

The Walking Dead (12 ottobre, AMC)

Li abbiamo lasciati chiusi in un container: Rick incazzatissimo. Chi sono ‘sti soggetti che li hanno imprigionati? Pazzi cannibali? Si preannunciano morti importanti in questa stagione di The Walking Dead. Staremo a vedere.

The 100 (22 ottobre, The CW)

Seconda stagione per The 10097 anni dopo una guerra nucleare globale che ha sconvolto il pianeta Terra, ciò che rimane del genere umano è una stazione spaziale, l’Arca, formata dalle 13 stazioni spaziali che si trovavano in orbita al momento del disastro. L’Arca ha leggi molto severe e chi trasgredisce viene punito con la morte per espulsione nel vuoto. Con l’aumento della popolazione e con il rapido deteriorarsi degli impianti di riciclo, i rappresentanti del governo decidono di inviare sulla Terra cento delinquenti. Questi giovani ragazzi intraprenderanno un viaggio molto pericoloso per cercare di ripopolare il Pianeta e creare una nuova comunità. Adesso hanno scoperto che la Terra non è proprio così disabitata come si credeva…

Grimm (24 ottobre NBC)

Nick ha  perso i suoi poteri Grimm grazie alle macchinazioni di Adalind, l’FBI vuole sapere cosa è successo al loro agente dell’FBI, e il capitano Renard è stato colpito più volte e lasciato per morto. Ma almeno il simpatico Sergente Wu ha trovato i libri di Nick. Potrà finalmente diventare membro a pieno titolo della squadra?

Constantine (24 ottobre NBC)

Dalla grande serie a fumetti della DC creata da Alan Moore questo eroe sboccato e cinico che combatte i demoni ci intratterrà questo autunno. Rispetto al pilota ci sono stati alcuni cambiamenti di rotta, che ci sembrano positivi. La prima puntata ci aveva già conquistato, speriamo lo show tenga questo buon ritmo.

American Horror Story: Freaks (ottobre Data TBA, FX)

Ambientata nell’ultimo freak show in America (che si trova a Jupiter Florida) AHS riprende molti degli attori del cast della scorsa stagione tra cui Angela Bassett, Sarah Paulson, Michael Chiklis, Kathy Bates, Evan Peters e (ovviamente) Jessica Lange. Molto amato, anche se un po’ troppo glamour per i gusti di chi scrive (come è tipico di Ryan Murphy), la AHS non deluderà i fan di questo horror da copertina di Vogue che ha stregato già mezzo mondo.

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Star Wars Rebels (ottobre Data TBA, Disney XD)

Finisce la serie animata Le Guerre dei Cloni andare, ma comincia questo nuovo show che si colloca a metà tra La vendetta dei Sith e Una nuova speranza, Ribelli segue una banda scalcinata di anti-imperialisti – tra cui un Jedi rinnegato – che cercano di sopravvivere nella galassia ed allo stesso tempo di fare guerra all’Imperatore.

NOVEMBRE

Ascension (24 novembre, Syfy)

Molti l’hanno definito l’ “Upstairs / Downstairs in una navicella spaziale”, Ascension parla di un gruppo di uomini e donne spedite nello spazio negli anni ‘6o e vicini al punto di non ritorno a 50 anni dall’inizio del loro viaggio. Speriamo che la Syfy ci dia un degno compare di Defiance.

 

Over The Garden Wall ( questo autunno, Cartoon Network)

Una miniserie  di 10 episodi  creata da Pat McHale (Adventure Time) che segue due fratelli, Wirt e Greg, che si perdono in un mondo fantastico e si imbattono in vari clan e strani persoanggi (incluse delle persone vegetali). Sembra tutto molto selvaggio e meraviglioso. E il dietro-le-quinte hanno mostrato al Comic-Con è stupendo. Potrebbe essere l’erede di Adventure Time.

Fonte: io9