Come molti che amano la serie True Detective sanno, il suo creatore, Nic Pizzolato, ha pescato per dialoghi e sceneggiatura a piene mani in una certa letteratura horror/weird: si parla di nomi molto famosi come H.P. Lovecraft o Ambrose Bierce, il grande scrittore del XIX secolo che per primo introdusse la fantastica città Carcosa (in verità ispirata alla francese Carcassonne) e ripresa da Richard W. Chambers nel suo libro di fine ‘800 The King in Yellow (un’altra immagine che chi ha visto la serie ha ben presente). Ma ci sono anche molti altri riferimenti a scrittori horror minori come Laird Barron, John Langan, Simon Strantzas e non ultimo Thomas Ligotti.
Proprio il nome di questo scrittore nato nel 1953 a Detroit è al centro di una piccola polemica riguardante lo show della HBO. In particolare alcuni suoi “studiosi” hanno accusato Nic Pizzolato di non essersi semplicemente ispirato al lavoro di Ligotti, ma di aver proprio copiato alcune sue frasi. La visione pessimistica e nichilista del detective Cohle (Matthew McConaughey) sembra presa parola per parola dal saggio di Thomas Ligotti The Conspiracy Against The Human Race, per lo meno a sentire due esperti di Ligotti, Mike Davis (web master della The Lovecraft E-Zine) e Jon Padget (fondatore di Thomas Ligotti Online), per le accuse specifiche vedete qui. Da notare che lo scrittore non ha detto nulla a riguardo finora, ma chi conosce il personaggio non si stupisce. Stiamo parlando di un artista molto particolare, che non ama i riflettori e solo recentemente a cominciato a rilasciare interviste.
Per chi fosse interessato a Thomas Ligotti posso solo dire che il suo stile ricorda molto Poe o Lovecraft, nelle sue storie l’horror si declina in maniera psicologica o cosmica, raramente c’è violenza esplicita, mentre spesso ci si può trovare di fronte a lunghe digressioni filosofiche, francamente un po’ noiose. La forma preferita dello scrittore è il racconto breve. Ligotti è però considerato scrittore cult, sia per la circolazione quasi carbonara dei suoi libri ma anche per le numerose collaborazioni con il gruppo sperimentale Current 93 sugli album In a Foreign Town, In a Foreign Land (1997), I Have a Special Plan for This World (2000), This Degenerate Little Town (2001) e The Unholy City (2003) che lo hanno reso una specie di mito in certi giri più hipster. Ma per una migliore panoramica sullo stile dell’autore vi consiglio questo interessante post.
Una delle critiche che maggiormente vengono mosse a Pizzolato è di non avere mai reso giustizia all’ispirazione tratta da Ligotti, anche se a me veramente risulta che l’autore di True Detective lo abbia citato in più di un’occasione (vedi qui per esempio, ma basta fare una ricerca google). Inoltre, pur non essendo un esperto di Ligotti, direi che molte citazioni dei dialoghi le ho lette su alcuni lavori di Heinlein, Alan Moore (una delle vere ispirazioni di Pizzolato, per dialoghi, ritmo e costruzione narrativa) e Grant Morrison. Quindi forse questo sgomitare riguarda più gli “esperti” di Ligotti che lo scrittore stesso il quale, grazie proprio alla popolarità di True Detective, sta godendo di una ribalta mai avuta prima, che tutto sommato potrebbe pure non fargli schifo. Tutta questa discussione ha però un merito, cioè quella di portare in luce un genere che sembrava seppellito dallo stile più pop di autori come Stephen King o dalla tendenza al voyeurismo che tanto va di moda nella tv e cinema horror (vedi AHS o più recentemente The Strain), un ritorno a letture più filosofiche e tutto sommato gotiche potrebbe non essere male. Quindi se siete interessati ad una reading list di True Detective andate qui.