Matt Groening racconta gli inizi dei Simpson

In occorrenza delle 500 puntate de I Simpson, il creatore Matt Groening racconta gli inizi difficili della serie in questa bella intervista (più un breve racconto di memorie) rilasciata ad Hollywood Reporter:

“Ho sempre saputo che sarei stato un disegnatore di cartoni animati. Sono stato molto influenzato da mio padre, Homer Groening, che era un regista e fumettista. Ma lui aveva lavorato a Portland [Oregon] tutta la sua vita. Ho sempre detto,” Papà, perché non ci spostiamo a Hollywood “E lui mi diceva:” Niente di buono è mai venuto fuori da un buon comitato.” La nostra famiglia, mia madre, Margaret, e le sorelle, Lisa e Maggie – era infatti protagonista sempre di vivacissime discussioni e battute a tavola. C’era competizione per chi era più divertente. Il fatto che ci sia uno show televisivo in cui ci sono personaggi folli con i loro nomi folli ha totalmente senso nella logica psicopatologica della famiglia Groening. Mio padre ha avuto una grande influenza sullo show. Mi diceva: “Non permettere mai che Homer sia cattivo con Marge.” Ma non gli dava fastidio quando Homer tentava di strangolare Bart.
Mi sono trasferito a L.A. direttamente dopo il college. Entro la fine del 1970, stavo lavorando in un negozio di dischi chiamato Pizza Licorice, sul Sunset. Ero infelice a L.A. non avevo soldi. Così ho iniziato a disegnare il mio primo fumetto, Life in Hell (Vita All’Inferno), e lo vendevo come una fanzine al negozio di dischi. La scenografa Polly Platt decise di mostrarlo a James L. Brooks. Lo incuriosì e mi chiamò per una riunione alla Paramount. La mia Ford Fairlane del 1962 aveva appena tirato le cuoia. Per fortuna io vivevo proprio dall’altra parte della strada rispetto agli studi Paramount. Non mi lasciarono entrare perché non avevo una macchina. Dissi: “Ma io ho un appuntamento con James L. Brooks!” Quello era il 1985. Nulla avvenne dopo la riunione fino a un paio di anni più tardi, quando James mi chiese di venire agli studi Fox per incontrarci di nuovo. Stava lavorando su The Tracey Ullman Show in quel periodo. Andai al  Gracie Films bungalow, dove produciamo I Simpson ancora oggi, e improvvisamente ero consapevole del fatto che avrei potuto perdere la proprietà di quello che avrei proposto. Invece di presentare Life in Hell, disegnai nuovi personaggi sul posto. Li avevo avuti in mente per un po’ ma non li avevo mai disegnati. Nel romanzo Il giorno della locusta di Nathanael West, c’è un personaggio di nome Homer Simpson. Sapevo che volevo usare quel nome, in onore di mio padre. Quindi, I Simpson diventarono uno sketch breve ospite del Tracey Ullman Show negli anni 1987-1989. Cominciarono anche ad utilizzarli come trailer prima del cinema. Una sera, ero andato al cinema, e nel momento che I Simpson apparvero sullo schermo, il pubblico scoppiò in un applauso. Quella fu la prima indicazione che mi fece pensare “Whoa, qui c’è qualcosa di importante”.

Le nostre ospitate di personaggi famosi vengono sempre dalle idee degli scrittori che dicono: “Non sarebbe bello avere Stephen Hawking?” E lui è venuto – ben due volte! In realtà è venuto al tavolo di lettura e si è divertito moltissimo. E’ raro in una città piena di persone che si chiamano tutti “geni” tra loro incontrare un genio vero, sapete? Il nostro cast di voci è fenomenale, e quello che fanno gli scrittori per gli attori porta tutto ad un altro livello. Dovrei dire che Lisa è il mio personaggio preferito. Mi spezza il cuore quello che gli scrittori le fannoi. Ma io spero sempre nel profondo del cuore che crescerà e fuggirà da Springfield verso una vita migliore “.

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